
No, non è affatto giusto. Che il padre si separi dalla madre, che i figli
vengano sballottolati a destra e a manca, che il genitore ti prometta
la vacanza in Africa e poi ti costringa al mare di città vicino alla darsena.
E no. Non è Rai Educational, non è un progetto patrocinato dalla Presidenza
del Consiglio dei Ministri, ma il lavoro assolutamente delizioso e innocuo
della partenopea De Lillo, dedita alla fotografia, alle commedie e ai
ritratti delle situazioni tipo. Insomma, tipo italiane.
Seduti di fronte all'ennesima istantanea della famiglia sgangherata, dove
ogni componente scompare come in RITORNO AL FUTURO per poi ricomparire
se qualcosa si riattoppa, ci sentiamo tutti scopritori dell'acqua calda.
E che vuoi che sia... Tanto si sa che nel cinema c'è penuria di idee,
di storie nuove e che per vedere qualcosa di veramente interessante bisogna
scomodare gente come Garrone o Scimeca. Ma torniamo a Napoli, diamo alla
regista un motivo di soddisfazione. Il primo applauso va ai ragazzini,
ai loro occhi e al punto di vista della m.d.p che spara nella stessa direzione,
dal basso verso l'alto. Privilegi e disillusioni del "mondo bimbo" debuttano
sul grande schermo con grande carica di ironia e consapevolezza, mentre
nel "reparto adulti" si arranca per una via d'uscita, la tanto sentita
- e praticata - fuga dalle consuete responsabilità. E sulle scale mobili
tra un piano e l'altro ci mettiamo i cosiddetti terzi, quelli che scendono
e che salgono a seconda degli umori e delle comodità degli altri, per
esempio la nonna. Che un giorno difende il figlio, il giorno dopo il nipote.
Anche questo non sarebbe giusto se non fosse che la realtà è tale e quale
a quella del film (o il contrario?) e la De Lillo ce la racconta senza
appiattirla. La vittoria è dei piccoli coltivatori di sogni e speranze;
Sofia e Valerio (Maddalena Polistina e Daniel Prodomo sono già pronti
per nuovi ingaggi) mettono in scacco matto i relativi padri e si guadagnano
l'agognata leggerezza dell'essere ancora fanciulli. Girato interamente
d'estate tra Napoli e Procida il film sembra appostarsi di fronte alla
stagione più bella delle vita e ne reclama legittimità. Quanto a chi,
di stagioni, ne ha già qualcuna sulle spalle...beh, gli suggeriamo di
parlare con Antonio Manzini (nel ruolo del padre di Sofia) che ci saluta
così :" Ià, tengo 36 anni ma nu i' siento pe' niente". Beato lui!
Voto: 27/30... per simpatia
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