
Annaud, si sa, è un maestro del genere epico. Le sue ricostruzioni storiche
sono sempre accurate e convincenti, basti pensare a IL NOME DELLA ROSA.
In questo caso Annaud dà vita ad una pellicola di guerra ambientata in
una Stalingrado bombardata, ma non ancora in ginocchio. In realtà le riprese
sono state effettuate nei moderni ed attrezzatissimi studi di Berlino
e nelle campagne circostanti. Questa scelta è stata ulteriormente confermata
dalla presenza, a Berlino, di una consistente comunità russa che ha arricchito
il film sia come contenuti che figurando fra gli attori. Come ogni produzione
accurata il regista e gli attori (fra cui un affascinante Jude Law) si
sono dovuti documentare attraverso libri, foto ed interviste ai superstiti.
I personaggi del film risultano coerenti e vivi anche perché s'ispirano
a uomini realmente esistiti: durante la seconda guerra mondiale Stalingrado
era soprattutto un simbolo oltre che un bersaglio strategico, la sua distruzione
rappresentava una sfida personale fra Hitler e Stalin. In quei giorni
la popolazione russa ha resistito strenuamente, un giovane soldato si
è distinto per il suo eroismo ed è diventato leggenda, tanto che i tedeschi
gli hanno messo alle calcagna il migliore fra i cecchini ( qui interpretato
dal coriaceo Ed Harris ).
Il film racconta un pezzo di storia attraverso la prospettiva dei russi
e gli occhi di un loro eroe mitico. Lo stesso Annaud ha dichiarato: "Il
paesaggio più interessante sono gli occhi di un uomo", in questo caso
il cineasta riesce a coniugare una storia personale, la sfida fra due
uomini ed una sottotrama sentimentale (anch'essa documentata!) con un
panorama molto più vasto, radicato nella memoria collettiva.
Per saperne di più vedi lo
spazio sul festival di Berlino.
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