NEL MIO AMORE
di Susanna Tamaro
Con: Licia Maglietta, Urbano Barberini, Vincent Riotta, Damiano Russo, Alessia Fugardi

di Emilio RANZATO


Dopo la morte di suo marito Fausto (Barberini), Stella (Maglietta) decide di tornare nella casa di montagna dove è cresciuta; basterà riprendere in mano alcune foto per permettere al passato di riaffiorare: il matrimonio, la nascita dei due figli, Laura (Fugardi) e Michele (Russo), l’insensata gelosia di Fausto nei confronti di un amico di Stella e il suo malcelato odio per Michele, accusato di essere il frutto di quella relazione clandestina, la morte di Michele, la crescente freddezza di Laura. Sotto il peso di tutti questi ricordi Stella rischierà di soccombere, ma il fortuito incontro con un montanaro illuminato dalla fede che aveva conosciuto Michele, le schiuderà aspetti della vita di suo figlio che non conosceva, e che la aiuteranno a ritrovare una pace interiore.
Il maggior merito delle opere della Tamaro è sempre stato quello di non prefiggersi obiettivi che non fossero facilmente raggiungibili. Ma stavolta, nell’adattare liberamente un proprio racconto con la collaborazione di Roberta Mazzoni, l’autrice e regista calca un po’ troppo la mano con una miscela di cattive letture, immagini da cartolina e spiritualismo da bancarella, e l’abituale rima cuore/amore risulta in questo caso fatalmente dissonante.
Ma al di là dei propositi, come al solito furbetti ma pur sempre legittimi, a deludere maggiormente sono una regia insipida e dal taglio televisivo, un disegno dei personaggi troppo spesso schematico (gravemente irrisolte, in particolare, le figure della figlia e quella, fondamentale, del padre, indemoniato più che malvagio) e una struttura narrativa che si perde in una sequela di scene prive di gerarchia invece di confluire in un andamento verticale indispensabile per un melodrammone di grana grossa, e così il senso del tempo che passa, perno dell’intera vicenda, fatica a farsi avvertire. Su tutto, poi, la puzza di un proselitismo che riduce la religione cristiana ad un insieme di slogan in stile new age.
La Maglietta è distratta, gli altri rispondono all’appello con diligenza.
Un esordio da dimenticare, in attesa di una sufficiente perizia registica e di una maggiore sincerità d’ispirazione.
 

Voto: 19/30

17.09.2004


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