
Nel 2080 il poliziotto Erre (Yoo) si innamora della ballerina cyborg Ria
(Seon), destinata a spegnersi entro pochi giorni; il Dottor Giro (Jung),
uno scienziato geniale ma folle, gli consiglia di innestare il chip
della memoria di Rya nel cervello di Cyon (Lee), una ragazza che vive
nei bassifondi dell’enorme centro urbano. Ma anche Cyper, un cyborg
ribelle, è sulle tracce della ragazza: è lo stesso Dottor Giro, che vaga
da un corpo all’altro nel tentativo di vivere in eterno.
Malgrado attinga a piene mani da BLADE RUNNER, la sceneggiatura dello
stesso Amin (coreano con un passato di successo in patria) finisce
presto per contorcersi, tant’è che a metà intreccio un personaggio di
contorno si produce in un breve riepilogo che forse voleva essere
ironico. Ma anche quando si svincola dal suo modello americano, il film
non dice nulla di nuovo, e non lo dice meglio. Fra immagini eleganti ma
mai significative, Amin cerca poi una poetica dell’amicizia virile e
degli amori impossibili, ma non è né John Woo né Wong Kar-wai.
Un esordio occidentale da dimenticare. E pensare che si parlava di farne
una saga alla MATRIX. La passione per la nuova, fervida vena orientale
sta creando inevitabili effetti rebound.
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Voto: 17/30
25:01:2005 |