Nightmare Before Christmas in 3D di Henry Selick Animazione |
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64mo festival di venezia |
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Come dei perfetti movie-goers degli anni ’50, inforchiamo i rigidi occhiali 3-D della Disney senza alcuna speranza di tornare bambini, come zio Tim vorrebbe. Evidentemente, però, non abbiamo fatto i conti con il potere immaginifico dell’universo burtoniano, che fagocita anche i produttori, li coinvolge e li spinge fino a sforzi (leggasi investimenti) inverosimili per presentare i suoi lavori, di qualunque tipo/durata essi siano, perché ne risveglia l’eterno fanciullo, il peterpan o quello che meglio riteniate rappresenti la condivisa, immortale voglia di giocare, the will to play. Incredibilmente la magia si avvera: alcuni prismi molto simili al monolito della moderna odissea kubrickiana e, in breve successione, una zucca di Halloween, vengono verso di noi e ci fanno in qualche modo sobbalzare sulla sedia della Sala Grande. Tutto ciò grazie a una nuovissima tecnologia elaborata dalla Disney: un solo proiettore invia immagini alternate per i due occhi alla frequenza di 144 volte al secondo(!). Il primo ragionamento indotto da ciò è che il cinema in sala ha ancora un senso, perché non c’è nulla che ripaghi questa esperienza multisensoriale di primordiale godimento, anche dovessero inventarne la versione domestica. Stabilito anche che NON tutti i film guadagnerebbero dalla fruizione in 3-D, segnatamente quelli in cui il paesaggio in background NON si costituisca a mo’ di ulteriore personaggio sulla scena, e detto anche dei costi non indifferenti, è però chiaro che siamo veramente di fronte a un universo di nuove possibilità che, ora più che mai, va preso in serissima considerazione. NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS era stato concepito originariamente (1993) da Tim Burton per questo tipo di fruizione e, in questa nuova versione, si avvale di una tecnologia di recente elaborazione - il “Disney Digital 3D” - già utilizzato per CHICKEN LITTLE. Qui si tratta, però, di qualcosa di più complesso e arduo, poiché la pellicola analogica e bidimensionale del 1993 è stata convertita, fotogramma per fotogramma, in un film digitale tridimensionale. Burton merita queste attenzioni anche da parte dei produttori, perché è uno dei pochissimi registi realmente trasversali, amati incondizionatamente da ogni tipo di pubblico e critica, in grado da sempre di spaziare dalla profondità delle indagini introspettive (prima di BIG FISH, il cosiddetto film “della maturità”, c’erano già stati EDWARD SCISSORHANDS e ED WOOD) al blockbuster alternativo (BATMAN I & II, PLANET OF THE APES) sino alla fiaba solo apparentemente adolescenziale (FRANKENWEENIE, CHARLIE & THE CHOCOLATE FACTORY) alla animazione filosofeggiante (THE BRIDE CORPSE, NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS). Il film appena rieditato, tanto per fare un esempio da veri fan del culto burtoniano, viene da anni proiettato ad Halloween nello storico “El Capitan Theatre” di Hollywood. A nemmeno 50 anni Burton è una rara summa di generi e ispirazioni, che in altre epoche del cinema s’incarnavano in vari registi, mentre a noi è concesso il privilegio di viverli tutti insieme, “in diretta” e in film singoli. L’arte di questo frankenstein del cinema, lui stesso collage vivente, va costruendosi da sempre su alcune tra le pulsioni primarie dell’essere umano: su tutte, il desiderio di paura, la voglia d’intrattenimento puro come catarsi e l’“outing vicario” del lato freak che è in tutti gli esseri umani. Sulla natura gothic del suo cinema, meglio, sulla presunta dominante di questo elemento, invece, ci sarebbe da discutere e il dibattito è aperto, perché c’è chi vuole vederlo ovunque e a tutti i costi.
è vero che anche SWEENEY TODD sembra tornare a un arredo/ambientazione gotici, anche se in misura molto minore rispetto a SLEEPY HOLLOW, ma è altrettanto inconfutabile che, proprio dal film del 1999, Burton abbia aperto la sua arte a nuovi ragionamenti, o rimuginamenti interiori, che sembrano portarlo ancor più indietro, oltre la sua personale natura di artista peterpan, ben oltre la sua “memoria adolescenziale”, sino a una più estesamente condivisa tradizione del racconto fiabesco (CHOCOLATE FACTORY, non a caso un remake) o, come sottolineato da Franco La Polla, addirittura sino al primordiale folklore americano delle tall tales (le balle, le panzane presenti nella tradizione orale), che sarebbe alla base di BIG FISH. NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS è diventato in breve tempo il film-monolito per la nuova generazione di autori di anime occidentali, inaugurando il ritorno d’interesse per l’animazione (in generale) e la tecnica dello stop motion (in particolare). ALADDIN uscì appena prima, LION KING venne dopo e già sembravano (entrambi Disney) preistoria rispetto a N.B.C. Nessuno può dire di NON dovere qualcosa a quest’opera d’arte, che ha sicuramente ispirato o confermato nella loro vocazione molti dei talenti della Pixar (ex-costola disneyana) e forse anche qualcuno della famiglia “Dreamworks”. Come JESUS CHRIST SUPERSTAR è il film che si vede (o perlomeno passa in tv) a Pasqua, così N.B.C. è diventato appuntamento imprescindibile ad Halloween, costituendo con quello di John Carpenter una coppia di titoli per certi versi complementari. Come Carpenter, anche Burton è un artigiano del cinema, nell’accezione alta del termine, e uno dei pochi, se non l’UNICO ad essere difeso e protetto dalla propria Major. Nella visione 3-D il film acquista una profondità che non è solo di campo, come ovvio (le vertiginose altezze delle scalinate in pietra, la fisicità degli alberi, i personaggi disposti su piani quasi sempre differenti, le scene di massa etc.), ma di senso, poiché lo ri-vediamo e ri-analizziamo, a posteriori, tenendo presente il cinema più recente del genio americano. La profondità del 3-D dà corpo e realtà ai personaggi: ora tendiamo a considerare Jack Skeletron un parente stretto di Willy Wonka, il pifferaio magico, il Virgilio che ci introduce entro nuove dimensioni percettive o, più in generale, nel nuovo mondo della nostra psiche vista sub specie fantastica. Come semplice ispirazione visiva, poi, N.B.C. ha senza dubbio ispirato l’albero di SLEEPY HOLLOW, antropomorficamente piegato come le decine di alberi visti nel film del ’93.
08/09/2007 VOTO: 30/lode
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The Tim
Burton's Nightmare Before Christmas Genere: Animazione |
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