
Il regista è Roger Michell, lo stesso di
Nothing Hill, non si direbbe.
Dopo la morte del marito, May, una donna sessantenne, si trasferisce a
Londra dai figli che non sembrano affatto contenti della decisione materna.
Sino a qua nulla di anomalo. May qui conosce Darren, un prestante
carpentiere, nonchè amante della figlia. Tra i due comincia un rapporto
fatto di uscite a pranzo, colazioni e piacevoli conversazioni. Durante uno
dei momenti passati insieme la protagonista confessa di aver avuto una
relazione extraconiugale e che stava per mollare tutto, marito e famiglia,
ma per una donna d'altri tempi, quando ancora non c'era il femminismo, era
troppo fuori dal suo modo di vita e pensiero. Quindi rinunciò al suo
desiderio.
Questa confessione è la scintilla che infiamma il rapporto dei due e la
signora chiede a Darren, esplicitamente e delicatamente, come conviene ad
una signora, un rapporto sessuale. Michell infrange il tabù: gira scene di
sesso con una donna over sessanta. Lo fa senza senza vergogna tenendo una
giusta distanza che elude affettati pietismi.La rappresentazione del sesso
senile è ferma e pacata, smorzata anche da un discreto senso dello humor. La
regia svela un' abilità da maestro nell'uso delle dissolvenze e dello
sfocato con una connotazione significante (vedi lo sfocato che connota
l'orgasmo di May dove il bianco della luce e delle lenzuola restituiscono la
sensazione di abbandono della donna), indovinata la carrellata in soggettiva
quando May abbandona la casa del figlio. Il film potenzialmente originale
scivla nei luoghi comuni, soprattutto nell'affresco familiare: la
protagonista è una donna che non si è mai realizzata come donna a causa dei
figli e della famiglia, la figlia insicura le attribuisce tutta la
responabilità dei suoi insuccessi dando vita così al il classico contrasto
tra madre/figlia.
La lode incontrastata va ad Anne Reid che interpreta con intensità e misura
i desideri silenziosi.
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Voto: 26/30
02.02.2004
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