motel woodstock

di Ang Lee

con Demetri Martin, Liev Schreiber

Altri interpreti: Henry Goodman, Imelda Staunton

di Mattea DI FABIO

 

26/30

 

15, 16, 17 Agosto 1969. In quei 3 giorni di pace e musica accadono molte cose e l’imprevisto sembra dominare. Le autorità locali ritengono la cittadina di Woodstock inadeguata al “Music&Art Fair” così mezzo milione di persone, inaspettate, raggiunge la nuova meta e White Lake, presso Bethel, si trasforma nel centro dell’universo.

è qui che vive Elliot (Demetri Martin), giovane dalla grande intuizione, presidente della minuscola camera di commercio del villaggio, che sa cogliere al volo un’incredibile occasione. Una telefonata a Michael Lang (Jonathan Groff), l’organizzatore del concerto passato alla storia come un evento generazionale, e inizia l’avventura.
Grazie all’intraprendenza di Elliot lo sgangherato “El Monaco”, il motel dei genitori Jake e Sonia Teichberg (Henry Goodman e Imelda Staunton), diventa il quartier generale del più grande festival di musica mai esistito.
è dalla sua autobiografia, “Taking Woodstock”, che parte il trip.
Il produttore James Schamus adatta la sceneggiatura e il premio Oscar Ang Lee firma un altro successo. Non è la cronaca di ciò che fu Woodstock, a questo pensò già Michael Waldeigh nel 1970 con 3 ore di magistrale documentario. Lee ci offre invece, attraverso la passione per il dettaglio, la consulenza storico-artistica di David Silver e un cast straordinario dalla comicità geniale, uno spaccato di quell’evento memorabile, un strato personale e intimo abilmente inserito in un contesto sociale dalla portata enorme. Il conflitto vissuto da Elliot è il disagio di un’intera generazione che sente le storture del mondo, il suo desiderio di emancipazione rispecchia il bisogno profondo di migliaia di giovani, non necessariamente figli dei fiori, di affrancarsi da maglie culturali troppo strette.
Nessuna patina, nessuna levigatezza. Il messaggio è chiaro sin dalle prime scene: Jake e Sonia ricordano bene cosa significa essere immigrati, russi ed ebrei; Billy (Emile Hirsch) è un giovanissimo reduce del Vietnam; Vilma (Liev Schreiber) è il travestito ex-marine nominato responsabile della sicurezza del motel. Ognuno di loro ha il proprio carico di memorie dolorose, ognuno di loro sceglie di affrontarle come può e vivere la propria evoluzione. Se la prospettiva individuale esclude l’universo, per dirla come gli hippies, qui le tante linee tracciate sono talmente ben raccordate da convergere verso un punto di fuga comune che canta la volontà di poter cambiare il mondo, dentro e fuori sé stessi.
“Freedom” accompagna i titoli di coda ed è un finale dalle vibrazioni tutte positive visto che la voce rauca e incantevole di Richie Havens aprì Woodstock in quell’estate unica del ’69.
 

18:10:2009

 taking woodstock
Regia Ang Lee

Stati Uniti 2009, 120'

DUI: 09 ottobre 2009
BIM
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