Tommaso (Scamarcio) ritorna al paese da Roma, persuaso di
rivelare tre segreti:
1) Ha mentito: non ha mai fatto economia e commercio (si è laureato in
lettere);
2) Non ha intenzione di lavorare nell’azienda di famiglia (vuole fare lo
scrittore) e
3) è gay.
Vuole innescare le detonazioni durante una cena di famiglia (quelle famiglie
mediterranee, borghesissime, che fanno le cene sulle terrazze), cercando la
piazzata, la cacciata biblica del padre-padrone Ennio Fantastichini (sempre
a suo agio nei ruoli prepotenti);
Purtroppo gli ruberanno l’idea… e si troverà costretto a una vita non sua…
Un po’ mi stupisce che si dica ancora di questi scontri antropologici gay
VS etero, come mi stupisce che esistano famiglie patriarcali/matriarcali
in piena salute, gonfie di stereotipi (e la crisi?);
Ma questo Festen de
noantri non è affilato e anzi sacrifica lo scontro costruttivo al film
brillante per famiglie (borghesi) che non potranno che gongolare ammaestrate
dall'ennesima farsa all'italiana (...d'autore però).
Il film è solo un up-grade della nostra commedia, con l’aggiunta del
"colore" omosessuale; (qualche flashback frondoso)(un'inutile par
condicio delle meschinità che facilita le cose);
“Stanno dappertutto, spuntano come i funghi” o “ci sono disgrazie
più grandi” sono le frasi vere che sentiamo in giro e intorno alle quali
è costruito il film;
Sebbene emancipato dall’almodovarismo delle pellicole precedenti, (ri-pecca,
al limite, nel tratteggio dei personaggi e nel gay-pride della seconda
parte) il nostro regista turco fa un film di buona confezione e piacevole
alla vista, ben orchestrato e (benissimo) recitato; ma inutile
all'emancipazione gay in Italia (doveva servire a quello no?)
Scamarcio meglio qui che nei teen-movie.
14:03:2010 |