Il film racconta la vita del
giovane Jamal passata nella miseria di Mumbai attraverso le domande di un
quiz televisivo dal montepremi milionario.
Danny Boyle riesce a inserire la storia di Jamal in un quadro più ampio,
quello di un paese duro e contraddittorio ma pulsante di vita e di
incantesimo come l’India. Mumbai diviene il simulacro di una trasformazione,
della crescita di un paese verso la modernità ma che non riesce a uccidere
lo spettro della povertà.
Jamal è un ragazzo cresciuto nelle baraccopoli dove la vita vale meno di
zero insieme al fratello Salim, i due rimasti orfani dopo una rivolta di
musulmani finiscono nelle mani di criminali insieme alla piccola amica
Latika. Le strade dei tre piccoli protagonisti finiscono per dividersi, ma
Jamal tenterà in ogni modo di ritrovare il suo primo e unico amore.
Il film non si chiude nei personaggi e soprattutto nella prima parte
funziona molto bene sia grazie all’ingegnoso impianto narrativo a flashback
che alle scelte stilistiche - sono davvero meravigliosi i due piccoli
protagonisti che si avventurano in un paese, il loro paese, che li accoglie
e li tormenta.
La seconda parte del film non funziona altrettanto bene: la storia d’amore,
filo rosso di tutto il film, cade spesso in un artificioso pathos, ma regala
comunque ottimi spunti di riflessione, il personaggio del fratello di Jamal,
reso crudele da un mondo spietato ma capace anche di grandi sacrifici. Forse
resta lui il personaggio più interessante di tutta l’opera di Boyle, un uomo
che è anche lo specchio della storia di un paese, un paese che ha perso
l’ingenuità e il candore favolistico di Jamal, ma ancora pieno di umanità e
in fondo di speranza.
11:01:2009
|