"Dei bambini non si sa niente", recitava il
titolo di un libro di Simona Vinci, qualche anno fa. E ai bambini non si
offre molto, dentro e fuori gli schermi, se si escludono i prodigi di
un’animazione che sempre più sistematicamente strizza l’occhio ad un
pubblico adulto e di una produzione di fiction improntata alla più
banale e melensa moraletta deamicisiana. Arriva Danny Boyle, il
visionario acido e pop di Trainspotting, e alla faccia di tutti i
maghetti e le streghette del piccolo e grande schermo confeziona un film
con la spavalderia e la leggerezza di chi il mondo dell’infanzia lo
conosce bene - e soprattutto lo rispetta - infarcendolo di santi
visionari speculatori in erba ladri adulti avidi e calcolatori
sentimenti veri e affetti interessati. Millions è un piccolo gioiello,
per la genialità della sceneggiatura, per la vivacità dei dialoghi e le
tinte shock della fotografia, un universo balordo e stralunato col quale
in qualche modo si risarcisce quel piccolo cadavere in decomposizione di
Trainspotting che ci urlava dallo schermo la nostra cecità di adulti.
Arthur e Damien sono due fratelli, hanno da poco perduto la mamma e si
sono trasferiti col papà in una casa più grande, in un’Inghilterra che
si prepara in pompa magna a compiere il gran salto verso l’euro. Arthur
ha imparato che la storiella dell’orfano funziona a meraviglia se si
vuole scroccare qualche cioccolata gratis al bottegaio della scuola o
qualche razione extra di dolci alle feste. Damien conosce a menadito le
vite di tutti i santi, e loro gli fanno la grazia di comparirgli mentre
egli fa sfoggio di tutta la sua cultura agiografica (“Sangiuseppeilfalegnameprimosecolodataincerta!”).
Mentre è nel suo rifugio di cartone ai margini di una railway in
compagnia dell’ennesimo santo, a Damien casca letteralmente in testa dal
cielo - divino segnale! - una borsa zeppa di sterline. Il fratello
maggiore decide di tenere segreta la faccenda per via del fisco, di
capitalizzare, da consumato businessman, magari investendo nel mattone,
e comprandosi il rispetto dei compagni di scuola. Damien persuaso della
missione salvifica cui è stato chiamato vorrebbe riscattare tutte le
miserie del mondo (“Voi siete poveri?” domanda a chiunque incontri per
strada). Ma inevitabilmente il segreto viene scoperto dagli adulti, ed è
l’inizio della fine. Tra inseguimenti minacce corse pericoli scampati
sarà Damien a ristabilire intelligentemente l’ordine e la pace turbati
dal miraggio della ricchezza, perché non sempre è vero che money makes
the world go round…
Film intelligente, ironico e dissacrante (divertentissima la Santa
Chiara che compare al piccolo Damien accendendosi una canna “perché
lassù possiamo fare quello che ci pare, non come voi che avete un sacco
di divieti!”), bell’esempio di come si possa fare un film per ragazzi
senza per forza ricadere nelle trame del
natale-che-rende-tutti-più-buoni o nelle trappole del buonismo di
parrocchia. Dei bambini, è vero, si sa poco e probabilmente poco ci si
sforza di sapere - al di là del loro potenziale di consumatori sempre
più in fasce. Danny la peste sembra essersi infilato un paio di calzoni
corti e un berretto da monello, divertendosi un mondo, e divertendoci.
Voto: 28/30
16:04:2005 |