Melinda e Melinda
di Woody Allen
Con:
Radha Mitchell, Will Ferrell, Chiwetel Ejiofor, Chloe Sevigny

di Lucia LOMBARDI


Le differenze tra tragedia e commedia, hanno sempre interessato gli intellettuali di ogni epoca dalla classicità greca ad oggi, giungendo sino a questa pellicola cinematografica in cui le indagini sui due generi letterari, sono riproposte nuovamente dal regista americano Woody Allen che le mette a confronto, indicandoci una duplice chiave di lettura della vita. Grazie al punto di vista, alla tendenza psicologico-interpretativa di essa, ognuno di noi percorre un cammino in chiave pessimistica o ottimistica. Ma, anche all’interno di una visione negativa dell’esistenza si possono rintracciare aspetti divertenti. Il diktat fondamentale per poter uscire indenni dagli empasse del quotidiano vivere pare essere il non prendersi troppo sul serio, sdrammatizzando gli avvenimenti anche quando sopra di noi vige una cappa fitta di pessimismo, come quella che da sempre caratterizza il cinismo del regista che in questa pellicola pare aver raggiunto una maggior quiete esistenziale, e l’unico suo cruccio rimane a livello intelleal-artistico quello di non esser riuscito mai a scrivere una tragedia che, come lui stesso afferma, non caratterizza le sue corde, egli parte da argomenti sociali importanti, ma ne surge sempre l’aspetto sarcastico, denigratorio, dando vita a delle commedie alte, mettendo a nudo certi tic della società contemporanea, ove l’uomo moderno è oppresso di volta in volta da amori incendiari in via di spegnimento, tradimenti più o meno conclamati, e da intellettuali in perenne crisi.
L’escamotage narrativo da cui Allen parte è indovinato ed anche le storie parallele che scaturiscono son ben orchestrate, nonostante probabilmente il ruolo interpretato dal protagonista maschile (Will Ferrell) di entrambe le vicende, risulti un alter ego-fotocopia del regista stesso, il quale ammette che il ruolo creato per questo doppio personaggio non sarebbe stato adatto a sé anche anagraficamente parlando, allora ci si domanda perché abbia totalmente plagiato l’attore non lasciandolo libero di muoversi se non ricalcando la propria mimica? In fondo che il film porti il suo marchio è più che palese, non necessitava di ulteriori autografi! Allen introduce una certa fatalità nello svolgersi degli eventi, soprattutto nell’episodio drammatico; egli non consegna ai posteri una verità assoluta, però ne individua i processi, consigliando ai più di assecondare la fortuna e data la brevità del nostro passaggio su questo pianeta di godersi appieno ciò che ci si pone innanzi.
Comunque sia il film ne esce bene, il cast è ottimale e vivace (Radha Mitchell vista in PhoneBooth e in Man on Fire, nonché Chloe Sevigny Dogville, Party Monster, Shattered Glass), e il motto positivo!

Voto: 27/30

09:01:2005


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