
Le differenze tra tragedia e commedia, hanno sempre interessato gli
intellettuali di ogni epoca dalla classicità greca ad oggi, giungendo
sino a questa pellicola cinematografica in cui le indagini sui due
generi letterari, sono riproposte nuovamente dal regista americano Woody
Allen che le mette a confronto, indicandoci una duplice chiave di
lettura della vita. Grazie al punto di vista, alla tendenza
psicologico-interpretativa di essa, ognuno di noi percorre un cammino in
chiave pessimistica o ottimistica. Ma, anche all’interno di una visione
negativa dell’esistenza si possono rintracciare aspetti divertenti. Il
diktat fondamentale per poter uscire indenni dagli empasse del
quotidiano vivere pare essere il non prendersi troppo sul serio,
sdrammatizzando gli avvenimenti anche quando sopra di noi vige una cappa
fitta di pessimismo, come quella che da sempre caratterizza il cinismo
del regista che in questa pellicola pare aver raggiunto una maggior
quiete esistenziale, e l’unico suo cruccio rimane a livello
intelleal-artistico quello di non esser riuscito mai a scrivere una
tragedia che, come lui stesso afferma, non caratterizza le sue corde,
egli parte da argomenti sociali importanti, ma ne surge sempre l’aspetto
sarcastico, denigratorio, dando vita a delle commedie alte, mettendo a
nudo certi tic della società contemporanea, ove l’uomo moderno è
oppresso di volta in volta da amori incendiari in via di spegnimento,
tradimenti più o meno conclamati, e da intellettuali in perenne crisi.
L’escamotage narrativo da cui Allen parte è indovinato ed anche le
storie parallele che scaturiscono son ben orchestrate, nonostante
probabilmente il ruolo interpretato dal protagonista maschile (Will
Ferrell) di entrambe le vicende, risulti un alter ego-fotocopia del
regista stesso, il quale ammette che il ruolo creato per questo doppio
personaggio non sarebbe stato adatto a sé anche anagraficamente
parlando, allora ci si domanda perché abbia totalmente plagiato l’attore
non lasciandolo libero di muoversi se non ricalcando la propria mimica?
In fondo che il film porti il suo marchio è più che palese, non
necessitava di ulteriori autografi! Allen introduce una certa fatalità
nello svolgersi degli eventi, soprattutto nell’episodio drammatico; egli
non consegna ai posteri una verità assoluta, però ne individua i
processi, consigliando ai più di assecondare la fortuna e data la
brevità del nostro passaggio su questo pianeta di godersi appieno ciò
che ci si pone innanzi.
Comunque sia il film ne esce bene, il cast è ottimale e vivace (Radha
Mitchell vista in PhoneBooth
e in Man on Fire, nonché
Chloe Sevigny Dogville, Party
Monster, Shattered Glass), e il motto positivo!
Voto: 27/30
09:01:2005 |