da 61ma mostra del cinema di venezia

L’AMORE RITROVATO
di Carlo Mazzacurati
Con: Stefano Accorsi, Maya Sansa

di Luca MINIUSSI


Giovanni e Maria sono in treno, lei è addormentata sulla spalla di lui, si desta e gli chiede “dove siamo?”, “in Liguria” risponde serenamente lui, “ma dovevamo scendere a Livorno, perché non mi hai svegliato?” replica dolcemente la donna, “dormivi così bene” conclude l’uomo. Una sequenza della parte centrale del film che prosegue e precede alcuni momenti gioiosi della relazione che vive la coppia, pervasi da una voglia di libertà e da un senso di fanciullesca inosservanza delle regole. Quasi una situazione di surplace, di chi sa che il tempo continua a scorrere ma vuole attendere fino all’ultimo momento prima di porsi degli interrogativi. Probabilmente è la parte migliore del film, per una regia quasi anch’essa in surplace, che edonisticamente osserva la situazione e attende il momento di riprendere il filo della propria disquisizione sull’amore. Purtroppo, è proprio il filo del discorso che non viene ritrovato, perso nel tentativo di inserire un legame con il periodo del fascismo, di tenere presente il romanzo di partenza “Una relazione” di Cassola e di spiegare le evoluzioni di un rapporto di coppia in maniera didascalica. Questa parte centrale del film, infatti, segna una fase di transizione del rapporto tra i due protagonisti. Nella prima parte, il ritrovamento di un amore di gioventù da parte di un uomo deluso dalla monotona quotidianità del matrimonio, suscita impulsive passioni, visivamente rappresentate da fugaci e clandestini incontri sessuali. La paura di essere scoperti fa terminare la relazione, che riprende, dopo il secondo ritrovamento, con uno spirito più sereno. Il rischio della relazione adulterina è ora parte integrante di una coppia che vuole amarsi, giocare e sentirsi libera. Maya Sansa, che ben interpreta questo ruolo in bilico tra il piacere e il dovere, decreta la fine della relazione impossibile quando il senso di responsabilità vince sull’interesse personale. La terza e ultima parte, ambientata nel dopoguerra, mostra l’incontro di Stefano Accorsi con la donna ormai sposata e con un bambino. Un improbabile approccio di lui viene maternamente smorzato dalla protagonista, decretando la fine della trasformazione di quella era stata in un primo momento passione, in seguito amore e adesso soltanto un’amicizia fraterna.
 

Voto: 20/30

08/09/2004


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