Un film reale quello di
Federico Bondi, vero, concreto, tangibile. Tangibile negli sguardi di Ilaria
Occhini (che interpreta l’anziana Gemma) e in quelli di Dorotheea Petre
(Angela, la sua badante rumena), tangibile nei piccoli gesti quotidiani, la
spesa, le pulizie di casa, la pasta in tavola.
La vicenda delle due donne che si ritrovano a convivere per due necessità
altrettanto drammatiche, è raccontata in modo pulito e scarno, grazie anche
ad una fotografia impietosamente grigia e alla ricostruzione di un ambiente
assolutamente non artefatto. Tutto nella casa di Gemma ci riporta alla casa
che potrebbe essere dei nostri nonni, dalle piastrelle della cucina
all’austero letto matrimoniale ormai destinato ad una sola persona, dal
modesto bagno all’androne delle scale.
Proprio il famigerato androne diventa il crocevia delle malelingue della
“gente”, i luoghi comuni sugli stranieri che invadono l’Italia sono
incarnati dalla vicina ottusa che con spiccato accento fiorentino arriva ad
accusare Angela di concupire l’anziano marito per spillargli soldi.
Il regista racconta la vera storia di sua nonna che, ormai molto anziana,
negli ultimi mesi della propria vita ricevette cure e assistenza da una
ragazza rumena. Dopo l’iniziale reticenza alla convivenza, Bondi racconta
come si fosse creata una grande intesa fra le due donne accomunate dal
bisogna di affetto e di comprensione. Il regista costruisce un finale come
lo avrebbe voluto la nonna. Immagina cosa avrebbe fatto Gemma se non fosse
stata costretta a letto nel momento in cui Angela fosse dovuta tornare al
suo paese. Senza alcun dubbio l’avrebbe seguita, anzi, accompagnata.
L’ultima parte del film si svolge infatti in una straniante e devastata
Romania sulla foce del Danubio. Un luogo fuori dal tempo in cui Gemma rivede
la propria giovinezza, le strade con i cavalli le ricordano un’Italia che
ormai stenta a riconoscere, un’Italia che corre troppo in fretta
allontanando gli affetti. Gemma riferisce con malinconia a Enrico, suo
figlio trasferitosi a Trieste (interpretato da Corso Salani): “Sai che
Angela e i suoi amici quando è festa dormono per giorni anche in due sole
stanze pur di stare vicini, pur di stare insieme?”.
Il languido fiume che accompagna il traghetto che riporta Gemma in Italia
nell’ultima immagine del film, ci fa presagire che la storia scorre,
ineluttabilmente, ma che il modo per cambiare la propria vita, o affrontarla
nel modo più coraggioso e vitale possibile, esiste.
08:02:2009
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