
Maria è una ragazza giovane, bella, vitale. Vive in una cittadina a nord di
Bogotà, e per campare toglie le spine alle rose: un lavoro umiliante,
ripetitivo, a cottimo. Per compenso non può nemmeno disporre dello
stipendio, perché con quel poco che guadagna deve mantenere la madre, la
nonna , la sorella, il nipotino. Ma Maria sa dire di no.
La storia di Maria inizia con un rifiuto, e da qui prende il via il suo
progressivo affrancamento, la sua affermazione. Contro il volere della madre
e della sorella, e probabilmente contro quello che la maggior parte delle
sue coetanee avrebbero fatto, non torna dal suo capo a scusarsi dopo essersi
licenziata per l’ennesima umiliazione subita. Perché Maria non ha paura.
Allo stesso modo quando scopre di essere incinta, non si accontenta di un
fidanzato che non ama solo perché da lui aspetta un figlio, e parte alla
volta della città, in cerca di un nuovo lavoro. Ecco che uscita dai confini
protetti del paese, il coraggio di Maria rischia di diventare avventatezza:
accetta un passaggio da un quasi sconosciuto, e si lascia attirare da un
lavoro fuori dell’ordinario: contrabbandare "roba" dalla Colombia agli Stati
Uniti.
Indubbiamente Maria si mette a rischio, ma non per ingenuità, bensì per un
calcolo preciso di costi e benefici. Maria accetta, ma non perché non sappia
quello a cui va incontro. E presto lo sappiamo anche noi, perché Marston
decide di mostrarci nel dettaglio il lungo processo di preparazione a questi
viaggi che non a caso comincia nel retrobottega di una farmacia, dove si
preparano le capsule di cocaina, si impara a ingerirle in quantità enormi,
per poi superare i controlli in aeroporto, espellerle al momento giusto.
Anche se un’idea la si aveva anche prima è solo a stomaco pieno che Maria
realizza veramente a cosa sta andando incontro. Significativo in questo
senso il repentino cambio di stile del boss, che da gentile e premuroso si
fa brusco e minaccioso una volta che la sua vittima è schiava a pieno
titolo, imbottita come è di 65 capsule di coca. Solo in quel momento le si
chiariscono i veri termini del viaggio: viva o morta che Maria ne esca, quel
viaggio è senza ritorno. Ma i 5000 dollari di compenso, contro i 1800 del
reddito annuo pro-capite di un colombiano, restano una valida ragione per
giustificare una decisione altrimenti non plausibile. Anche perché Maria non
rischia solo la sua vita, ma anche quella di suo figlio, che le cresce nel
ventre schiacciato da quell’ammasso di capsule. Ecco l’ambiguità di ‘full of
grace’, che si presta al doppio senso, nel momento in cui Maria è portatrice
nel suo ventre di due cose, pur se in modo diverso, preziose.
Paradossalmente sarà proprio rischiando l’arresto, imbattendosi negli
spacciatori senza scrupoli che la aspettano a NY, vedendo morire un’amica,
scappando e trovando rifugio grazie alla menzogna, che Maria scoprirà di
amare suo figlio, e allora il suo viaggio sarà veramente senza ritorno,
nella speranza di un futuro migliore, lontano dal suo paese.
In conclusione, Maria non è ‘full of grace’ solo per ciò che porta nel
ventre. è vero, Maria fa
delle scelte del tutto opinabili se giudicate di per sé, e nemmeno ne è
inconsapevole, solo si comporta come verosimilmente farebbe una ragazza
nelle sue condizioni, e col suo carattere. Maria è vera, non ha scrupoli né
sovrastrutture. In questo è piena di grazia, come è l’essere quando si può
esprimere a pieno. E così è l’occhio del regista, osservatore fedele,
partecipante ma non giudicante. E questo occhio segue Maria dall’inizio alla
fine, senza mai abbandonarla, tanto discreto da non farsi notare, e pure
tanto ‘incapsulato’ nella protagonista da risultare indiscreto. Come le
scelte di Maria, anche il film è fuori dell’ordinario, se confrontato con i
tanti precedenti sul tema della droga, forse perché è il primo che senza
pretese demagogiche o plot d’alto ingegno, si accontenta di seguire le
tracce di una ‘mula’, come vengono chiamate in gergo le ragazze che si
prestano a trasportare roba nello stomaco. E, nell’accontentarsi, forse dice
di più di tanti altri. Perché è solo accogliendo in pieno il punto di vista
di una ‘mula’ che certe decisioni appaiono plausibili e per questo tanto più
drammatiche, e che il sistema di consumo illecito appare tanto più assurdo e
ingiusto; perchè è solo scegliendo come protagonista una tra le tante che la
si rende straordinaria.
Voto: 25/30
18:12.2004 |