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Eccola qui la commediola all’italiana, una bella torta preparata con i
soliti appetitosi ingredienti: il cast di grido, la vecchia guardia
della cinematografia nazionale solo un po’ appassita, qualche astro (?)
nascente alla Silvio Muccino, la “comichessa” di grido Littizzetto.
Buttate tutto nel mixer, aggiungete a garanzia il richiamo della
produzione delaurentisiana, il lievito della pubblicizzazione
dell’evento mondano dell’anteprima coi nostri attori belli schierati per
l foto gli applausi i complimenti di rito. Perché come fai a non fare i
complimenti a Verdone? O a Sergio Rubini? Paiono un po’ quei liceali
che, brillanti studenti la cui eccellenza non può essere messa in
discussione, vivono non di rado di rendita per il loro curriculum senza
macchie, e come potresti non perdonar loro con benevolenza ogni
scivolone? Pare superfluo aggiungere che il film non ci è piaciuto. Lo
abbiamo trovato, semplicemente, noioso. A tratti imbarazzante.La
commedia che dovrebbe resuscitare secondo De Laurentiis i fasti “del
cinema di Scola e Risi” come dichiarano trionfanti le note di
produzione, ci sembra piuttosto un pastrocchio mal cucinato. La torta si
sgonfia da ogni parte. Solo a tratti qualche momento frizzante che nella
piattezza del tutto ci appare forse più divertente di quanto non sia.
Qualche risata Verdone non sa non strapparcela, ma questo non basta a
raddrizzare le sorti del film. Che con la pretesa di spianare un
percorso nel cammino intricato dell’amore in tutte le sue fasi,
innamoramento crisi tradimento abbandono e rinascita, non ci lascia
nulla. Nulla su cui riflettere, nulla da metterci in tasca, nulla da
rimuginare fuori dal cinema quando ci accendiamo la sigaretta. Certo, i
manuali bisogna distruggerli, e in questo siamo d’accordo con Veronesi
che ci sembra voglia dirci questo. Distruggere gli esperti, i loro saggi
consigli su come conquistare la felicità in dieci steps. Ma come
proposta alternativa a gettar luce sull’eterno mistero dell’amore, ci
saremmo aspettati qualcosa di più. Muccino junior, con la sua faccia da
nerd romano, non ce lo propugnate per favore come la nuova promessa del
cinema italiano. Sergio Rubini è sempre bravo, dovunque lo mettiate.
Margherita Buy sembra capitata lì per caso. Verdone, lo abbiamo già
detto, è forse l’unico a regalare un po’ di luce al film, e insieme a
lui la bellezza e la grazia di Anita Caprioli. Dobbiamo dare un voto?
Ecco, come un professore universitario diremmo: forse farebbe meglio a
presentarsi al prossimo appello…. Voto: 18/30 11:03:2005 |
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