
Dopo la morte del padre, l’inibito e religioso adolescente Pierre (Garrel)
scopre che la venerata madre (Huppert) è una laida pervertita all’ultimo
stadio. Per amore, diventerà anche lui un maniaco incestuoso.
Dopo EVILENKO e NUDISTI PER CASO pensavamo di aver già assistito quest’anno
al peggio del peggio che il cinema, e la vita in generale, possa offrire.
Che tempi spensierati erano quelli, e quanto eravamo ingenui. Ora, uno
sconosciuto ladro di cineprese d'oltralpe ci spinge impietosamente oltre il
ciglio del baratro stravolgendo l’omonimo romanzo di Georges Bataille, e
svilendo vergognosamente il rapporto fra eros e thanatos che
ne costituisce il perno.
Che poi, questo MA MÈRE, confezionato pure con una certa cura, non sarebbe
stato altro che concime per i campi se non tentasse in ogni fotogramma di
apparire un capolavoro(?!). E’ questo tipo di pretese astronomiche a
renderlo qualcosa di veramente abominevole. Un tono moralistico e
sessuofobico (le donne sono tutte baldracche, i gay tutti assatanati),
azioni che vorrebbero apparire ermetiche ma risultano soltanto prive di
senso, personaggi e interpreti di rara molestia, dialoghi di una volgarità
tale da rendere i film con Bombolo proiezioni da salotto inglese all’ora del
tè, sequenze oniriche da urlo (di dolore) e riflessioni mistico-filosofiche
a dir poco vacue che cercano malamente di legittimare le poche e
squallidissime scene di sesso (ma anche preso come film erotico non
ecciterebbe un galeotto siciliano): questo è MA MÈRE. Un film che vuole male
al cinema, che vuole male al sesso, che vuole male all’umanità, e che per
questo merita di sparire immediatamente dalla circolazione. Anche se temiamo
che certe scene, come quella in cui Pierre “copula” con le riviste
pornografiche della madre per poi urinarvi sopra, o come quella finale, dove
sempre Pierre si masturba per l’ennesima volta dopo aver aiutato sua madre a
suicidarsi(!!!), finiranno inevitabilmente nell’antologia del cinema
trash. Ma già soltanto non rivedere mai più la faccia perennemente
semiassonnata di Garrel sarebbe un traguardo.
La Huppert, ovviamente, rischia la carriera. Disgustoso. Pericoloso.
Involontariamente inquietante. Una vergogna. L’abisso. L’ORRORE!… L’ORRORE!
Voto: ma quale voto?!
25.06.2004
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