In un medioevo dove sacro e profano, credenze e religione impregnano gli
animi, uno strano manufatto, sembra maledetto, attraversa il centro Italia
per raggiungere Roma, dove il Papa si occuperà di benedirlo e togliergli
ogni influsso nefasto.
Un monaco, Pietro del Silente, del monastero abruzzese di San Bartolomeo, si
occuperà della consegna: preso l’oggetto in custodia, inizia il viaggio, ma
la missione subirà radicali e imprevisti sviluppi, l’oggetto diverrà mira di
ladri ormai in balia della maledizione e sarà compito di un templare, di
ritorno dalle crociate e non più giovanissimo, Placido da Gavardo, ritrovare
Pietro, scomparso dopo essere stato derubato, recuperare l’oggetto e portare
a termine la missione.
L’anima indipendente del film Mala tempora è palese, il tema ostico di un
racconto sospeso nel tempo, ma al tempo stesso storicamente riconoscibile,
le parole del regista Amadio, che ne parla come di un oggetto particolare,
anacronistico, che vive tra i generi, ma non ne approfondisce realmente
nessuno, conquistandosi un’anima propria.
Certo che i tempi bui cui si riferisce il titolo, sono sì quelli cupi e
disperati di un Medioevo in balia di un potere religioso che sfruttava
ignoranza e credenza per conquistarsi potere e denaro, ma anche quelli di
oggi, frenetici, fuori controllo, dove la libertà massimizzata è un’arma
puntata contro noi stessi, dalla quale diventa impossibile difendersi. Forse
il regista ci vuole ricordare che il medioevo è uno stato mentale, non solo
un periodo storico, che potrebbe riaffacciarsi, o forse lo ha già fatto,
ricordandoci che i tempi cupi sono forse più questi in cui viviamo che
quelli immersi nel passato.
Chiavi di lettura, opinabili, ma Mala tempora
rimane un film curatissimo sia
a livello tecnico che narrativo; molto belle le musiche, rarefatte le
atmosfere, qualche perplessità nella fotografia, forse troppo patinata, che
stona con il racconto e l’ambientazione, scelta che mina solo in parte un
ottimo prodotto, ma forse figlia dei trascorsi documentaristici di Amadio.
Il cast fa un gran lavoro, soffre forse di una recitazione di stampo più
teatrale che cinematografico, ma questo non è per forza un difetto.
Mala tempora quindi risulta essere un buon film, che si pone tra
l’intrattenimento puro e la visione d’autore, stili che contraddistinguono
il cinema indipendente italiano di questi ultimi tempi.
28:11:2008 |