Agnes, donna non più giovanissima e dal passato turbolento, incontra Peter
proprio quando l'ex marito, il manesco Jerry, esce di prigione. La
milionesima variazione sul tema "lui, lei, l'altro"? nemmeno per sogno:
Peter è un paranoico tormentato dal terrore dei micro-insetti. Il contagio
sarà devastante.
Straordinario, nervosissimo apologo sulla dicotomia uomo-macchina, dove la
macchina è in primo luogo l'uomo con la sua umanissima paranoia, che è sete
inestinguibile di controllo, e dunque simultaneo desiderio di diventare
macchina e terrore delle macchine. In altre parole, è sete di REGIA - e
dunque Friedkin adattando questa piece di successo ripete la follia
barocca e virtuosistica del suo Il
salario della paura (1977), imbastendo un eccezionale gioco di
anti-teatro, dove il teatro (la recitazione, la flagranza di un set che
rispetta rigorosamente, e ossessivamente, l'unità di luogo, etc.) si lascia
costantemente imperversare dall'ubiquità della macchina da presa, che
turbina punti di vista e angolazioni in un "pulsare" ritmatissimo dello
spazio. Per quanto eccellenti siano i due attori protagonisti (Ashley Judd e
Michael Shannon), in Bug a
recitare è lo spazio, i sussulti inarrestabili dei mille punti di vista
possibili nello spazio, che si rincorrono senza posa. La regia, prendendo
corpo, dà un corpo alla paranoia, e permette così un corpo a corpo tra lei e
gli attori stessi. Dà un corpo alla simultanea attrazione-repulsione per la
meccanicità (ovvero: per il cinema) che
è la
paranoia, il loro continuo scambiarsi di posto. Lo dice lo stesso Peter,
"gli insetti sono la macchina", cioè la regia. La compulsione della
macchina-cinema a produrre senso e comporre lo spazio materializza
l'inesauribile sete di "pulizia" dell'uomo (dei personaggi), producendo un
cortocircuito uomo-macchina degno dei più spericolati teoremi
spielberghiani. Con la differenza che qui l'uomo si lascia stritolare
urlando, con furia e piacere violento, da una macchina che lo comprime da
dentro e da fuori.
Perché la follia paranoica di Peter prospera solo all'ombra del tenero
istinto materno di Agnes, che a propria volta prolunga del tutto
naturalmente il rimpianto del figlio perduto con i complotti paranoici più
arditi.
20:05:2006 |