
Vincitore del Leone d'oro alla 59^ edizione del Festival del cinema di
Venezia, questo film ha suscitato scalpore durante la sua proiezione alla
Kermesse; la Chiesa non ha visto di buon grado come vengano messe in luce
le istituzioni ecclesiastiche qui chiamate in causa. Non si tratta di
demonizzare la "fede" in sé, ma di mettere in luce un atteggiamento negativo,
che alcuni uomini di fede hanno perpetrato verso loro simili, senza motivi
plausibili, violenza psicologica e fisica gratuita! Ecco ciò che Mullan
evidenzia con la sua pellicola il cui racconto è tratto da un avvenimento
realmente vissuto da tre ragazze, all'epoca del governo Kennedy, rinchiuse
in un riformatorio irlandese. Questi numerosi istituti religiosi, gestiti
dalle suore della Maddalena, sono stati chiusi nel 1996, quindi quella
affrontata, è una storia più che attuale, che deve ancora una volta far
riflettere sul ruolo della donna nella società. In questi riformatori,
venivano rinchiuse giovani donne, orfane, ritardate, o che avevano subito
abusi sessuali, o che addirittura avevano avuto la sfortuna di rimanere
incinte non essendo sposate, le cui famiglie, disconoscendole, davano
i figli di queste sventurate madri, in adozione, rinchiudendole, subito
dopo il parto, con i seni ancora grondanti di latte materno, in questi
"campi di concentramento" postbellici. L'ipocrisia della società qui è
sviscerata appieno, sotto ogni suo aspetto più cruento. La storia è quella
di tre giovani, che vengono per differenti motivi gettate dentro le mura
di uno di questi istituti irlandesi e, si trovano a lavorare nella lavanderia
di cui l'istituzione si occupava per ammonticchiare denaro alle spalle
delle loro sofferenze; lavoravano in quei mefitici scantinati tutto il
giorno senza poter comunicare tra loro e stabilire un contatto umano,
altrimenti venivano seriamente punite; venivano derise fisicamente davanti
a tutte le compagne allineate come militari e denudate dei loro abiti,
la spersonalizzazione, la derisione, l'alienazione, la frustrazione e
la bieca individualità, a cui erano obbligate ad abituarsi, il considerare
loro stesse come esseri inferiori e peccaminosi, porta le giovani a grossi
conflitti interni, a tentati suicidi a spese dei più deboli di carattere
e a degli inutili tentativi di fuga da parte delle ragazze più intraprendenti.
Una delle ragazze, scorge un giorno di festa nel campo prospiciente l'edificio,
un pertugio aperto, capisce che potrebbe essere una salvezza, esce dalla
porta un giovane le offre un passaggio, ma lei non lo accetta e, lui la
apostrofa con parole velenose riguardo tutte quelle che, come lei provenivano
da quel luogo infame; la giovane sentendosi ancora più spersa e sconfortata,
rientra nella sua personale prigione! Tra le ragazze, nonostante gli sforzi
delle suore a far sì che ciò non avvenisse, si forma una vita sotterranea
di amicizia, di condivisione di esperienze nefaste, tant'è che questa
coesione, porterà due di esse alla ribellione e alla fuga tanto agognata.
Racconto serrato, film stilisticamente perfetto, recitazione ineccepibile,
conclusione, un meritato leone d'oro! Il cinema deve essere anche denuncia
sociale. I mass media, devono muoversi verso la sensibilizzazione dell'opinione
pubblica, non solo essere fautori di stereotipi e di miti fittizi.
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