
Mi piacerebbe andare al cinema e poter dire di aver visto qualcosa che
non avevo mai visto. Mi accontenterei anche di qualcosa di parzialmente
nuovo. Ma quello a cui ci si trova di fronte in questo ultimo periodo,
è veramente troppo. Siccome è tornato di moda L'ESORCISTA, forse a causa
di un millenarismo vicino al vaticinio stregonesco, non c'è da meravigliarsi
se sono stati prodotti film quali STIGMATE. La meraviglia nasce quando
quello che andiamo a vedere non è altro che una riproposizione raffinata
da accorgimenti registici "d'autore" che non fanno altro che togliere
il meglio ad una tematica che sin dalla sua nascita si è caratterizzata
per mostrare il male. Il direttore della fotografia e premio Oscar Janusz
Kaminski (SCHINDLER'S LIST e SALVATE IL SOLDATO RYAN), accetta una regia
riguardante l'orrore, il demoniaco e l'esorcismo senza lasciarci intravedere
nulla di tutto ciò.
La paura è dentro di noi e l'aspirante regista si diverte a dimostrarcelo
nei modi più disparati. Un esempio palese è il fatto che assistiamo ad
un esorcismo ascoltando solamente dall'esterno della stanza nella quale
avviene. Una presa di posizione probabilmente legata alla sua cultura
che non può non ricordarci lo stile del suo connazionale Roman Polanski,
il quale, sia in REPULSION che in ROSEMARY'S BABY si è comportato in maniera
molto simile. Eccezionali gli interpreti Winona Ryder e Ben Chaplin che
rimangono vittime della sceneggiatura alquanto incerta. Le atmosfere che
Kaminski cerca di mettere in scena sono semplicemente prevedibili. Questo
non sarebbe un grosso problema. Siamo andati a vedere un film d'orrore
e vogliamo atmosfere che trasudino suspence. Questa suspence dovrebbe
però essere finalizzata alla visione di qualcosa di veramente maligno.
Delusione per tutti gli amanti degli effetti speciali e dei trucchi pesanti
che in passato ci hanno fatto coprire gli occhi dal disgusto e dalla paura.
Niente di tutto ciò in questo film d'orrore raffinato fino ad arrivare
alla negazione della sua ragion d'essere.
L'interpretazione che ne possiamo trarre prende due strade differenti.
O consideriamo questo film come la negazione da parte di Kaminski, di
tutto il cinema spettacolare fondato sulla spudorata visibilità voyeristica,
oppure lo consideriamo come un clamoroso flop di film spettacolare. In
breve possiamo pensare a Kaminski come il povero direttore della fotografia
di due capolavori costretto ad accettare un lavoro ingrato che egli tenta
di rendere visibile ad un pubblico di intellettuali o come ad un giovane
regista rampante in cerca di fama nella ricca Hollywood, che si scontra
con la propria formazione culturale, la quale gli impedisce di sfondare
nell'olimpo dei registi commerciali. Noi preferiamo ricordare il suo lavoro
in SCHINDLER'S LIST e SALVATE IL SOLDATO RYAN e dimenticare questa fallimentare
prova di regia. Speriamo che Kaminski rinsavisca e torni sulla retta via.
Voto: 18/30
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