
La parabola (inventata) del professore filosofo David Gale (Spacey),
attivista contro la pena di morte che dalle aule della Texas University
finisce proprio nel braccio della morte con l’accusa di aver stuprato e
barbaramente ucciso la collega e amica Costance (Linney). Gale decide di
dedicare un’ora al giorno degli ultimi tre giorni prima dell’esecuzione con
la giornalista rampante Bitsey Bloom (Winslet) affinché l’ex moglie, il
figlioletto e il resto del mondo conoscano la “sua” versione dei fatti. Dal
più prevedibile dei flashback si ricompone il puzzle della storia di Gale
(l’attività accademica, il suo darsi da fare con l’alcol e con le “ex”
studentesse, l’intenso rapporto con Costance, le battaglie civili, la più
recente crisi familiare e professionale), ma qualcosa sembra non tornare nel
racconto dell’uomo che anche di fronte all’apparente evidenza delle prove a
sfavore continua a dichiararsi innocente. Tanto per complicare la faccenda,
qualcuno (il vero assassino?) recapita a Bitsey una videocasetta contenente
le immagini degli ultimi strazianti secondi dell’uccisione di Costance. Il
teorema di Parker: la pena di morte può colpire anche gli innocenti, e
questo dovrebbe - per usare le sue stesse parole - perlomeno far discutere
lo spettatore. Per dimostrare questa originale scoperta, il regista
costruisce a tavolino un caso teorico “ideale” , e lo sviluppa, passaggio
dopo passaggio, come se si trattasse di dimostrare un teorema davanti ad una
platea di studenti universitari. Accademia quindi, che come tutti i giochini
astratti rischia di perdere di vista la realtà, parla solamente a chi ha già
certe convinzioni e presenta non trascurabili ambiguità ideologiche (se
siamo certi della colpevolezza la pena di morte diventa accettabile?). Dal
punto di vista strettamente cinematografico, il film procede sui binari
rodati del thriller, sostenuto dal proverbiale espediente del “time-lock”
(ovvero la corsa contro il tempo prima della scadenza di un avvenimento che
coinvolge i personaggi, in questo caso l’ora dell’esecuzione) ma purtroppo
la tensione si sveglia solo dopo un’ora e mezza di inutili divagazioni sulla
vita di Gale e di recitazione svogliata da parte di tutti, soprattutto di
Spacey. Un punto a favore per le musiche di Alex e Jake Parker, con sonorità
che spaziano da liriche più classiche ad interessanti pezzi di country
rocchettaro.
Link:
http://www.thelifeofdavidgale.com
Voto: 20/30
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