
In Albania, durante il regime comunista,
un uomo sogna di dar fuoco ad un barcone, e lo fa. Rischia il carcere e la
morte, ma viene chiamato un suo amico professore che lo salva, intercedendo
per lui presso la polizia. In Albania, in questi anni di democrazia, un
professore è costretto a vendere banane al mercato perché ha perso il posto
di lavoro. Suo figlio ha tentato la fortuna in Italia, in uno di quei viaggi
della speranza che fanno approdare sulle nostre coste traghetti
sovraccarichi di speranze, sogni e droga. Il figlio non ha mai telefonato, e
da qualche tempo non manda più i soldi alla famiglia. Intimorito dalle
minacce di uno scagnozzo sul prezzo troppo basso delle banane, il professore
incontra il capo mafioso per parlargli delle sue banane, e ritrova l’amico
che aveva dato fuoco al barcone. Ora è ricco, sua figlia si sposa, regala
dei soldi all’amico sfortunato, tenta di aiutarlo, perché ha la coscienza
sporca. In Albania, la bella figlia del professore viene rapita in classe
per essere stuprata e mandata in Italia a prostituirsi. Ma è la sorella di
una persona che questi mafiosi temono, e viene rilasciata con tante scuse.
Il professore decide di partire per trovare il figlio, invischiato in giri
mafiosi che la forte moralità del padre non può accettare. In Italia, un
professore onesto viene trattato con diffidenza, come la maggior parte gli
immigrati.Scopre che il figlio non è quello che sembra, e che il suo amico
che ha salvato dal carcere è una persona senza scrupoli arricchitosi sulla
vita degli altri. Lettere al vento
è questo, ma anche altro. I sogni premonitori sono la sostanza del film,
perché i personaggi si muovono seguendo i tracciati di questi sogni/incubi.
Le lettere al vento si confondono con spazzatura, con pubblicità di
candidati collusi con la mafia, e sono scritte nei fondi di caffè. Quando in
Italia il professore scopre la verità sul figlio, in Albania una madre trova
una lettera sulla spiaggia in mezzo ad un mare di cartacce, e piange perché
scopre la realtà insieme al marito… “così lontano, così vicino”.
Il film di Budina, da lui interpretato, è un film sull’amore di un padre per
il figlio. E’ un viaggio alla ricerca della verità, di una persona onesta
che paga lo scotto della sua onestà intellettuale e morale. E’ un documento
sulla quotidianità di un paese dove gli orrori di regime hanno lasciato il
posto agli orrori della corruzione del libero mercato. E’ un film diretto ed
interpretato da uno dei più importanti intellettuali albanesi che lavora in
una fabbrica di Bassano del Grappa.
Intenso, ben diretto, costellato da immagini oniriche,
Lettere al vento catapulta lo
spettatore in una realtà distante solo qualche miglia di mare e non tanto
diversa dalle pessime abitudini italiane che stanno affossando la nostra
storia di democrazia e moralità socioeconomiche.
Voto:27/30
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