Jean Valjean (Hugh Jackman) dopo 19 anni viene liberato dalla
prigionia forzata con l'aiuto della capoguardia Javert (Russel Crowe). Cerca
di rifarsi una vita ma il mondo è ben duro con un ex galeotto..fra vari
incontri che gli permetteranno di capire profondamente la sua miseria e
quella del mondo che lo circonda, Jean Valjean interpreta tutte le ragioni
umane che porteranno la Francia alla necessità della rivoluzione.
...Questo in pochissime righe... ma se non conoscete la trama non avete mai
letto "I Miserabili" di Victor Hugo. Peggio per voi... Guardate il film e
poi andate a leggere il libro porca puzzola!
Ad ogni modo, il film in questione in realtà non è una trasposizione del
libro, ma del musical ideato da Alain Boublil e Claude-Michel Schonberg nel
1978 che da anni imperversa in questo nostro mondo mietendo successi e
incassi di notevole livello. Io non amo molto il musical, quindi non solo
parto prevenuto all'idea di vedere la trasposizione musicale di un musical
tratto da un romanzo, ma provo una strana sensazione nel pensare che il
musical altro non è se non il figlio dell'Opera, e l'Opera era la forma
d'arte in cui più si riconosceva la borghesia europea nel XIX secolo. Può
l'Opera raccontare la disperazione della classe proletaria?
è con tutte queste domande
che mi accingo alla proiezione, una proiezione di quasi tre ore di canti
sgargianti, messa in scena poderosa, cast più o meno impressionante (grande
Anne Hathaway nella parte di Fantine) dalla quale esco pensando, "Bè..però
devo ammettere niente male"... Intendiamoci, continuo a pensare che il
musical cinematografico sia un genere lezioso e facilotto, spesso anche un
po' noioso, ma come capita in tutte le cose anche qui ci puoi trovare delle
perle (Grease, Moulin Rouge
ad esempio). Non so ancora se questo
Les Miserables sia una di queste perle ma bisogna ammettere che il
film unisce il meglio delle caratteristiche del cinema e il meglio di
un'opera musicale. C'è la messa in scena grandiosa e la cura delle immagini,
immagini che ovviamente ricostruiscono un immaginario, ricreando quindi la
realtà della storia a nostro uso e consumo e la musica da voce all'anima e
non alle parole dei protagonisti. Tom Hooper si mette al servizio di qualche
cosa che potrebbe facilmente prendergli la mano e che invece riesce a
dominare con una certa grazia, la stessa che indiscutibilmente aveva la sua
pellicola Il Discorso del Re.
Colpisce anche molto che il lavoro degli attori nel film in questione è
basato sulle loro reali capacità canore e sul modo che hanno di non
lasciassi travolgere da questo. Il resto sono piccoli gesti, piccoli sguardi
e atteggiamenti che li rendono molto sinceri, molto vivi. Ecco, in tutto ciò
c'è un'idea che molto mi ha conquistato e cioè che la rivoluzione francese
non fu una cosa giusta (anche il terrore) perchè l'illuminismo aveva
cambiato la prosepttiva delle cose, ma perché fu la sua umanità a renderla
necessaria, il suo calore, la sua fragilità. Insomma, alla fine sono proprio
le persone, al di là delle idee che hanno a rendere possibile la Storia.
Detto tutto questo per me affrontare 160 minuti di musical non è stato
facile e quindi non darò il massimo dei voti. Se amate il musical è
indispensabile che lo vediate, se non vi fa impazzire questo film potrebbe
sorprendervi, se lo odiate in assoluto non leggerete neanche questa
recensione, quindi..
Voto: 27/30 (con oggettività... Io di per me forse anche un po' meno, ma c'è
anche Anna Hataway, che ci vuoi fare)... |