da 62ma mostra del cinema di venezia

LES AMANTS REGULIERS
di Philippe Garrel

Con Louis Garrel, Clothilde Hesme, Julien Lucas

 

Leone d'Argento per la migliore regia
Osella per il miglior contributo tecnico
 

di Marco GROSOLI

 

Si parte subito con la sequenza più bella del Festival, gli scontri del Maggio '68 in forma di elegia, lunga, in notturna, senza musica, senza aderire a un punto di vista preciso, tutta campi lunghi, sguardi che si perdono nel vuoto, dolenti carrelli laterali che disintegrano l'azione (pur violenta) in un'oggettività attonita e impotente, allucinata e confusa.
Un elegia dunque: d'altra parte il giovane protagonista (Louis Garrel) è un poeta, o sedicente tale. Ma niente allori in testa: Les amants reguliers rientra a pieno nella tendenza dell'ultimo Garrel a mettere pubblicamente in ridicolo la propria stessa velleità poeticizzante (si veda Sauvage Innocence, storia di un regista involontariamente carnefice per via della propria presunzione), e si conclude col poeta che, di punto in bianco, muore sognando e, dice la
voce over, senza nemmeno rendersi conto di morire.
Sogna un idillio arcadico, appunto
naif fino all'imbarazzo, con la ragazza che aveva conosciuto, amato e lasciato andare senza il minimo scossone, incapace di svezzarsi dalla trama liquida di sguardi, scintille sensoriali subito spente, complicità malferme, che è l'amore, la convivenza... e il cuore stesso della messa in scena di Garrel - entrambi nella loro più evidente evanescenza. Garrel insomma confessa l'incapacità "immatura" di abbandonare le illusioni per fragilissime e inconsistenti che siano: in questo senso gli scontri iniziali (la tomba dell'utopia sessantottina) più che una funzione strutturale costruttiva servono a gettare un'ombra sinistra, pessimista sull'intreccio di aurore sentimentali e "ripieghi-nel-privato" che seguono. Non si è mai veramente "dans la rue" (e qui si innesterebbe il discorso su Bertolucci, esplicitamente citato), così come le illusioni e i sogni di altro genere possono solo restare a un innocente stato larvale (meravigliosamente compreso e restituito dalle luci di Lubtschanky) cui Garrel sembra sempre, per fortuna, ostinato a rimanere aggrappato, nella lucida (politica, verrebbe da dire) consapevolezza che il Denaro arriva comunque ad annichilire tutto (suo tema costante fino all'ossessione, qui incarnato dal facoltoso scultore che "ruba" la ragazza al poeta), come fosse veramente il Fato onnipotente posto a guardia della tragicità del nostro presente. Contro di esso, Garrel rimane attaccato alla nebulosità impalpabile delle illusioni (politiche, amorose...) ma contemporaneamente (ed è questo che ne fa un genio) le copre col proprio sudario (il bianco e nero...), le ammanta di tutta la loro improbabilità, imprendibilità, fragilità. La sovrapposizione miracolosa, destabilizzante, del lirismo e della propria autocritica.

Voto: 29/30

05/09/2005

 

Tutte le recensioni di Venezia 2005

LES AMANTS REGULIERS
Regia: Philippe Garrel
Anno: 2005
Nazione: Francia
Data uscita in Italia: 30:09:2005

Genere: Drammatico, Erotico