LE FILS
di Luc e Jean-Pierre Dardenne
con Olivier Gourmet e Morgan Marinne



Olivier ha una carpenteria nella quale insegna falegnameria a giovani appena usciti dal riformatorio in cerca di una nuova vita. Un giorno si presenta Francis, un ragazzo di sedici anni; Olivier dapprima appare inspiegabilmente nervoso e risponde che la classe è piena ma in un secondo momento ci ripensa. La tensione fra i due pian piano cresce e nasce un ambiguo rapporto di attrazione e repulsione.
Rigore estremo, mai eccessivo, alla ricerca dell’essenzialità dei sentimenti in una pornografia dello sguardo che scava nell’anima e che passa attraverso la privazione dei mezzi cinematografici, macchina a mano incollata ai protagonisti, ma niente Dogma, che li spia, senza teorie di pedinamento, quasi a volerli penetrare, privandosi della colonna sonora ridotta a suono semplice, legno triturato, gemiti che non diventano mai pianto. Solo sguardi, il volto immenso e irraggiungibile di Olivier Gourmet, palma d’Oro a Cannes, così esplicito nel silenzio in cui si racchiude, così combattuto nell’accettare la mano tesa di un ragazzo alla disperata ricerca di dimostrare d’essere uomo. Il miracolo, che avviene per chissà quale misteriosa alchimia, è che sguardi minimi e poche e semplici parole diventano qualcosa d’altro arrivando a narrare i grandi temi umani, emozioni irrappresentabili, pensieri che sarebbe stato meglio non pensare. E si esce senza una lacrima ma con un gran peso nel cuore.

Voto: 28/30

Gianluigi Ceccarelli


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