
Primo lungometraggio per questo non più
giovane regista sardo che ha mosso i suoi primi passi insieme a Ermanno
Olmi. Piero Sanna ha iniziato a lavorare proprio come carabiniere fin dagli
anni '60 a Milano, la pellicola narra la storia di due giovani, Emilio di
Rimini e Costantino un giovane pastore sardo entrambi ad un corso di
formazione a Roma presso l'arma dei Carabinieri. La destinazione prescelta
dal comando dei Carabinieri per il giovane Emilio sarà un paesino della
Barbagia aspro e crudo: Coloras, viceversa per il giovane pastore sardo egli
finirà in Trentino.
Una volta arrivato Emilio scoprirà una realtà molto diversa da come se l'era
immaginata; sguardi silenziosi, ostilità contro i Carabinieri, diffidenza ed
introversione.
La prima missione di Emilio consiste nel trovare l'assassino di un pastore
dove il figlio è stato testimone dell'accaduto: nessuno lo aiuterà, le
persone del luogo sono chiuse in un silenzio fatto di omertà e di sguardi
impauriti e cupi.
Durante uno dei numerosi appostamenti finalmente la squadra dei Carabinieri
trova gli assassini ma vengono rilasciati. Nel frattempo Emilio conosce una
giovane ragazza, se ne innamora ma imparerà a sue spese le trame e i codici
di una cultura completamente diversa dalla sua.
Durante una cerimonia in chiesa il figlio del povero pastore ucciso fà la
stessa fine del padre, Emilio viene mandato in un altra città ma rimarra
visivamente ed emotivamente impressionato dalle abitudini , dalle usanze ma
soprattutto dai silenzi di quel piccolo paese.
Piero Sanna ha voluto descriverci una realtà isolana per metà veritiera e
per metà esageratamente attaccata alle proprie radici culturali, cosa che
non è propriamente vera. Ma comunque di grande impatto storico-culturale
sono le scene in cui figurano il ballo dei Mamuthones, la scena del
matrimonio con tutti gli abiti tipici sardi ed inoltre il rito de
"s'iscravamentu", in definitiva un bel film forse penalizzato da poche idee
non del tutto chiare.
Voto:22/30
13.06.2003
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