“Che bisogno ha la polizia
di una banda di musica?” “Beh, è come chiedere a un uomo perché ha bisogno
dell’anima”.
Il film di Eran Kolrin si potrebbe riassumere tutto in questa semplice
domanda e nella sua disarmante risposta. Nella sua originalissima opera
cinematografica non c’è la pretesa di shockare il pubblico con costosi
effetti speciali, non si mettono in scena situazioni impossibili nè
super-eroi senza macchia: questo è un film semplice, che ha solo voglia di
raccontare. Un piccolo capolavoro di sincerità e umanità, di musica e
silenzio.
Un banale malinteso dà il via alla narrazione: la banda musicale della
polizia di Alessandria d’Egitto, per una incomprensione telefonica con il
centro culturale di Petah Tikva, si ritrova nello sperduto paese israeliano
di Bet Hatikva.
Un paese vuoto e immobile quello in cui si ritrova la banda musicale
egiziana: troverà fortunatamente rifugio nel modesto ristorante di Dina, una
donna spontanea e disinvolta.
Quello che poteva trasformarsi un film impegnato sulla guerra, sulla
difficoltà di integrazione e sulla tolleranza razziale rinuncia
all’efferatezza della violenza quotidiana (che campeggia quotidianamente sui
nostri telegiornali) per raccontare la vicenda di questi uomini un po’
filosofi e un po’…semplicemente… solo uomini.
Un sottile filo d’ironia accompagna tutto lo svolgimento del film, regalando
allo spettatore un sorriso spensierato e semplice, senza necessità alcuna da
parte del regista di ricorrere a chissà quali strategie comunicative. Alcune
gag sono davvero esilaranti e lasceranno sicuramente traccia nella memoria
di registi, spettatori e critici. La migliore è sicuramente la scena del
corteggiamento al pattinaggio: non ci sono doppi sensi, non ci sono battute
elaborate. Non si parla neppure: tutto è affidato alla bravura degli attori.
Un film dalla trama originale e da una colonna sonora eccellente. La Musica,
una dei protagonisti in assoluto di questo film, compare in occasioni rade
ma toccanti.
Senza ambire alla conquista del grande pubblico, senza esagerare nei toni,
la Banda risulta un film in
bilico fra la poesia e l’uomo, la filosofia e la quotidianità. Sicuramente
un film capace di far riflettere.
06:05:2008 |