KEN PARK
di Larry Clark e Edward Lachman
Con: Tiffany Limos, James Bullard

di Loris SERAFINO


Nella cittadina californiana di Visalia, durante una giornata di sole apparentemente tranquilla, il rosso Ken Park si spara un colpo alla tempia in mezzo alla piazzetta dove i giovani del luogo vanno a esibirsi con gli skate. Poi entriamo nella vita di tre ragazzi e di una ragazza. Claude è un giovanotto dal carattere mite che vorrebbe dedicarsi allo skate ma è osteggiato da un padre padrone violento che lo considera e lo tratta come un frocetto. Tate è un adolescente con seri problemi emotivi che convive problematicamente con i nonni fin a quando, con fredda e lucida follia, farà una strage. Poi c'è Shown, che all'insaputa di tutti ha una relazione (ben condita di sesso, ma per lui la cosa è più seria) con la giovane e piacente madre della sua fidanzatina ufficiale. Infine la bella Peaches; dopo la morte della madre che tanto le somigliava, vive con un padre ossessionato dalla sua fede religiosa (che impone anche a Peaches) e dal ricordo della consorte. Ovviamente lui considera la sua figliola casta e pura, almeno fino a quando non la troverà impegnata in pratiche osé, nella sua stanza, con quel suo compagno di studi che sembrava tanto perbene. Solo nel finale si torna a parlare di Ken Park, con alcune sequenze che gettano una possibile luce sulle motivazioni del suo gesto estremo. Voyeurismo ostentato e ricerca programmatica dello shock per raccontare un universo valoriale allo sfascio, in cui gli adulti sono tutti o finti, o insicuri, o fragili o spenti e dove gli adolescenti possono salvarsi solo se riescono a fare ancora appello ad una "sana" amoralità prima di venire ingabbiati per sempre nell'omologazione. Variazioni sul tema della possibilità di raccontare la decadenza della borghesia americana attraverso la rappresentazione deformata della putrefazione in atto all'interno di essa, sempre sul punto di scivolare nella macchietta se non nel ridicolo involontario (il macho esaltato che si scopre omosessuale represso, il padre fervente religioso che si ritrova ad avere una figlia porcona) ma che è abbastanza folle da riuscire ad aprire uno squarcio non banale su questa realtà, sa spernacchiare certi finti pudori di illustri film dello stesso filone e riesce a mettere il dito nella piaga (gli adulti sono diventati incapaci di comprendere e di comunicare con la generazione dei figli, come mondi alla deriva l'uno dall'altro). Emblematica e memorabile la scena del pranzo a casa della ragazza di Shown, dove i personaggi danno vita ad un teatrino dell'assurdo in cui tutti fingono di essere ciò che non sono. Azzeccata la solare fotografia di Edward Lachman, che collabora anche alla regia. Ovviamente il film (definito "malsano" dai critici della CEI) è stato accompagnato dal solito e inutile strascico di polemichette che puntavano il dito sulla gratuità delle scene hard.

 

Voto:26/30

10.07.2003

 


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