
Prendi Woody Allen e lo annacqui con la solita commedia rosa americana
i cui americani sono maestri, misceli tutto con un po di moralismo, un
po di qualunquismo...ed il gioco è fatto: K.J.S. Buonismo generale e facile
consenso, si traccia la linea sulla diversità (un amore omossessuale tra
due donne) una lesbica convinta l'altra, come al solito, confusa e stufa
dei maschi. Si traccia, dicevo, il fronte sulla nuova possibilità di felicità
di coppia, l'omossessualità come fuga dall'ansia del rapporto etero, che
intendioamoci, ci può anche stare ma non in questi termini...
La pellicola, diretta sufficientemente bene da Charles Herman-Wurmfeld,
vive di momenti di puro divertimento che si esalta nell'entrata nel "nuovo
mondo" della protagonista irretita dalla scoperta della sua "diversa"
natura confusa e compiaciuta ma troppo superficiale per essere credibile.
Questo però non giustifica il finale compiacente, la protagonista dopo
la "sbandata" riprenderà la "giusta via" ricordandosi di essere comunque
un eterosessuale, forse per il tono del film è il finale più giusto, il
tema infatti non è la sessualità in sè ma la storia che ne deriva, ma
questo finale scontato ci fa pensare anche ad una sorta di riappacificazione
con le varie parti...cioè si può essere gay, diventarlo e ritornare, non
offende i gay non offende gli etero e non offende i bacchettoni che tanto
sono storicamente già offesi da quasi tutto ciò che ci circonda.
Ottima la recitazione delle due protagoniste ma d'altronde si fa fatica
a trovare attori e attrici imbarazzanti in America a meno che non si tratti
dei soliti cantanti improvvisati attori o di qualche personaggio della
moda prestato al cinema. Buona la regia e frizzante la scrittura, con
riferimenti a Woody Allen, ma neanche sfiorata la conoscenza dei rapporti
umani dello stesso; molti doppi sensi e sano divertimento. Nicola Guarino
VOTO: 23/ 30
|