
Persa di vista dai distributori
cinematografici italiani in tempi ormai remoti (l’ultimo capitolo
distribuito nelle nostre sale - il quinto - risaliva al 1985), la serie
VENERDì 13 ha ridestato un
certo interesse qui da noi soltanto nel 2003, quando è toccato a FREDDY VS.
JASON riportare sul grande schermo il massacratore di Camp Crystal Lake dopo
anni di (meritato) confino nel mercato dell’ home video. L’inspiegabile
entusiasmo suscitato dall’“epico” scontro tra Freddy Krueger e
Jason Voorhess ha spinto poi la Mediafilm a recuperare anche il
precedente capitolo della saga, altrettanto sgangherato e ugualmente
demenziale. Ambientato nello spazio (e fin qui nulla di nuovo, visto che in
altri serial orrorifici dal fiato corto, come CRITTERS, HELLRAISER e
LEPRECHAUN, la pensata fu introdotta con ampio anticipo), questo decimo
episodio vede inizialmente una squadra di scienziati (uno di essi è
nientemeno che David Cronenberg, impegnato nel cameo in nome dell’amicizia
che lo lega al regista Jim Isaac) alle prese col corpo esanime di Jason nel
tentativo di carpire il segreto della sua invulnerabilità; inutile
aggiungere che il mostro si rianima all’improvviso e stermina tutti quanti,
prima di venire ibernato in extremis. Parecchi secoli più tardi, la
Terra, ormai inabitabile, viene visitata da una navetta spaziale, i cui
occupanti rinvengono i corpi e li trasferiscono a bordo della propria base
orbitante; segue l’ennesimo risveglio della creatura, che dopo aver compiuto
il rituale massacro viene nuovamente fatta a pezzi, e poi rigenerata da un
potente calcolatore elettronico sotto forma di un indistruttibile automa
replicante.
Gli increduli appassionati credevano di avere già visto di tutto: nel sesto
atto Jason veniva riportato in vita da un fulmine (???), nel settimo lottava
contro una bambina dotata di poteri telecinetici, nell’ottavo sbarcava a
Manhattan, nel nono veniva spedito all’inferno e poi tornava con le
sembianze di un repellente vermone che passava di bocca in bocca per
possedere le persone e spingerle ad uccidere; ma forse mai come questa volta
era stato toccato il fondo in maniera tanto palese. Gradito ad alcuni in
virtù della spassosa messa in scena, della divertita truculenza e della
comicità volontaria (“alla Ed Wood”, ha suggerito qualcuno) di cui è
letteralmente intriso dal primo all’ultimo fotogramma, un film di tal fatta
finisce però col nuocere ulteriormente all’immagine di un genere
cinematografico che attraversa momenti di crisi troppo di frequente per
potersi permettere anche il lusso di prendersi in giro da solo; ed il fatto
che un cinefilo come Isaac (collaboratore agli effetti speciali in alcune
pellicole di Cronenberg, di cui è grande ammiratore, e di Sean Cunningham,
sotto la cui egida diresse già LA CASA 7, che pare un capolavoro al
confronto con questa nuova fatica) sia con ogni probabilità consapevole di
tale considerazione, rende il suo JASON X doppiamente indifendibile.
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Voto: N.C.
30.06.2004 |