
Come veicolare messaggi alti attraverso una formulazione di ipotesi estetiche
basse. Piccolo film, in tutti i sensi, ma simile a decine di esempi simili
di questi ultimi anni, sia in Europa che altrove, un tempo apparentabile
a prodotti indipendenti, ma oggi, con lo sdoganamento di questo modo di
fare cinema, semplicemente onesto e sufficientemente ben fatto.
L'idea è quella di raccontare l'ennesima interazione etnica di inizio
millennio, che si gioca sempre, ad un primo livello, sul piano delle dinamiche
del sentimento e, successivamente, tra le pareti ideali di un luogo in
cui politica e razzismo prendono il sopravvento. Non qui e, sinceramente,
non sappiamo quanto giovi allo scopo di rappresentare comunque un tema
d'attualità - spesso tragica - la scelta di edulcorare il tono complessivo
e di riempire il film di gag e di vaste oasi ove l'amore trionfa. L'unica
anomalia stimolante è l'aver scelto un razzismo alla rovescia, per cui
il figlio di famiglia araba deve sposare una connazionale e non l'oggetto
del vero desiderio, una svedese dolce e fornita di famiglia ipercomprensiva.
L'amico di quello, anche lui svedese, è un operatore ecologico impotente,
che finirà tra le braccia della Jasmin promessa sposa. Il quadretto d'insieme
di questa commedia divertente è, però, desolante in quanto a spunti per
appassionata meditazione o semplice discussione sui temi messi in campo.
Evita, il giovanissimo regista, qualunque impatto forte, al punto che
all'inizio quasi non ci rendiamo conto che si sta parlando di emigrazione
dal sud al nord del mondo, presi come siamo dalle incursioni nel sexy
shop dove Mans cerca la soluzione al suo problema, o dal bozzettismo dei
quadretti familiari, in cui c'è sempre una nonna invadente ma inoffensiva,
un padre burbero e burlone e i veri problemi della convivenza con gli
altri sono stati passati in candeggina…
Abbiamo visto a Cannes un film in tutto e per tutto simile a questo, MARIAGE
TARDIF di Dover Kosashvili, e un altro, GANHAR A VIDA di Joao Canijo che,
partendo dalla minoranza portoghese a Parigi, arriva invece a ben più
realistiche e tragiche conclusioni.
Voto: 20/30
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DALLA CONFERENZA STAMPA
di Francesca Manfroni
Ci sono tutti per la conferenza stampa del film libano-svedese JALLA!
JALLA!: il regista Josef Fares, suo fratello Fares Fares che nel film
interpreta Roro, la sorellina e il padre Abdulahad Fares che non solo
ha il ruolo di genitore anche nel film, ma fa realmente il commerciante
e, a detta della stessa prole, con trucchetti molto simili a quelli usati
sulla schermo.
Il giovane regista (24 anni!) ci spiega che il suo film è l'affresco
grottesco di una cultura che cerca di rimanere rigida su certi schemi
per non perdere le proprie tradizioni. Il problema di una famiglia che
si trasferisce in un Paese straniero, infatti, è quello di riuscire
a non rinnegare le proprie origini, pur dovendosi integrare in una nuova
cultura. Ed è quello che è successo alla famiglia Fares
che nella realtà si è trasferita in Svezia dal Libano ben
15 anni fa. Ma lo stesso regista chiarisce che la storia che racconta
non è un fatto realmente accaduto a lui o a suo fratello quanto
piuttosto un'esasperazione di ciò che, però, vede spesso
fare agli amici del suo Paese: "Molti ancora oggi si sposano per
far contenti i propri genitori e anche se io non lo farei mai e non condivido
la loro scelta, capisco cosa c'è dietro e penso che sia importante
raccontarla, anche se in modo grottesco ed ironico".
Poi l'attenzione si concentra sugli eventi dell'11 settembre: "Credo
che l'atteggiamento degli occidentali sia cambiato nei confronti dei mussulmani.
Io stesso lo sento: soprattutto quando viaggio, mi sembra di avere tutti
gli occhi addosso, ma credo che chi usa anche gli abiti islamici lo noti
ancora di più".
A parte ciò Josef dichiara di aver voluto fare un film leggero,
sulla gente, cercando di seguire le proprie sensazioni. Inoltre annuncia
che ha già un'idea per il suo prossimo lavoro: "Sarà
un film d'azione e non storcete il naso, perché io amo molto questo
genere. Credo che perché un film d'azione riesca ci sia bisogno
di buoni personaggi e di credere molto in loro. In questo caso i protagonisti
saranno due amici, un po' come in JALLA! JALLA! ed il film sarà
ancora una volta allegro e divertente".
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