C’è da dirlo. Quando si
parla di commedia all’italiana dei nostri giorni, leggera ma non
necessariamente ottusa, trash o gratuitamente volgare, Giovanni Veronesi ci
sa fare. E lo dimostra anche questa volta con il film ITALIANS
E se sul tema degli italiani all’estero che (come recita anche il
sottotitolo del film) “si fanno sempre riconoscere” si sarebbe potuto fare
un film con almeno una cinquantina di sequel, con ITALIANS ci dobbiamo
“accontentare” di soli 2 episodi che riescono però largamente a dare l’idea.
E che idea.
Nella prima parte del film, protagonisti sono Sergio Castellitto e Riccardo
Scamarcio, due italiani che per “lavoro” trasportano negli Emirati Arabi, su
un camion, partite di Ferrari rubate. Nel secondo invece un imperdibile
Carlo Verdone (insieme al divertentissimo Dario Bandiera e alla talentuosa
Ksenia Rappoport) è un dentista che recandosi a San Pietroburgo per un
convegno medico si ritrova guarda caso coinvolto in quel giro della
prostituzione che gli italiani amano tanto, in special modo quando si recano
all’estero.
Con ITALIANS Giovanni Veronesi riesce ancora una volta a fare un ritratto
grottesco ma al tempo stesso molto preciso e ahinoi veritiero della odierna
società nostrana. Italiani sbruffoni, italiani imbroglioni, italiani che
vengono facilmente alle mani, che tradiscono in continuazione, fissati con
le donne e con il sesso, italiani che letteralmente “se le cantano e se le
suonano”, che vanno all’estero sfruttando il dramma della prostituzione. Ma
poi anche italiani che sanno fare del bene, che sanno perdonare, che
cambiano idea e la cambiano in meglio.
Uhm... Sarà vero? O è solo il tentativo di Veronesi di bilanciare un film
tanto cattivo (quanto onesto) sul suo stesso popolo? Chissà. Certo è che a
tratti il cambio di registro verso un’idea buonista degli italiani risulta
un po’ forzato specialmente nel primo episodio del film.
Detto questo, ITALIANS è una pellicola estremamente divertente, a tratti
esilarante, in cui ci si può rispecchiare prima ridendo a crepapelle di noi
stessi e poi forse, o meglio magari, riflettendo sui nostri difetti.
Perché se la vita è troppo breve per non essere italiani (altra citazione
dal film) è anche troppo breve, almeno in certi casi, per non vergognarsene
almeno un po’.
29:01:2009
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