iron man

di Jon Favreau

con Robert Downey Jr., Gwyneth Paltrow
Altri intepreti: Jeff Bridges

di Valentina VELLUCCI

 

26/30

 

 “Iron Man sono io”: non può esserci certezza più radicata di questa.
Robert Downey Jr è Iron Man.
Come se questo personaggio Marvel fosse stato plasmato proprio su di lui. L’alter–ego plastico dinamico dell’Iron Man cartaceo. Una performance da brivido, che buca lo schermo e mette in ombra tutti gli altri personaggi (soprattutto il super cattivo Jeff Bridges).
Tony Stark, la parte umana di Iron Man, è un playboy scaltro, sarcastico e irresponsabile: questo non lo dice il fumetto, non lo suggerisce il regista. Questo lo fa Downey Jr. Probabilmente un altro interprete non sarebbe riuscito a incarnare il mito dell’Eroe dall’Armatura di Ferro con tanta perspicacia e complessità come fa l’irriverente divo hollywoodiano.
Da anni ormai l’immaginario del fumetto dialoga con quello del cinema, spesso però ciò che ne esce sono prodotti che stentato a partire (il deludente Hulk di Ang Lee) , o protagonisti troppo poco umani per risultare credibili.
Iron Man invece tenta di andare oltre, di superare il mito dell’Eroe classico, dalla doppia identità inviolabile, impacciato con le donne, mediocre nella vita “normale”. Tony Strak è spregiudicato in ogni momento della sua vita, sia che indossi l’armatura sia che sia al volante di una potente macchina da corsa per andare a un party. Tony Stark è un uomo “politicamente scorretto” e il confine fra immagine pubblica e identità segreta è estremamente sottile. La sua irresponsabilità viene stratificata sulla sagoma di una personalità estremamente complessa, né mai totalmente buona né mai completamente cattiva (come ben sanno i lettori della saga dei Vendicatori). Robert Downey Jr, scelta eccellente da parte di Favreau, riesce così a regalare una interpretazione brillante e originale ai suoi spettatori. Forse proprio per questo eccesso di bravura, o più probabilmente per qualche scelta non proprio azzeccata del cast, gli altri personaggi scemano di fronte a Tony Stark.
Delusione soprattutto per Jeff Bridges, che interpreta un cattivo illogico, che compie atti violenti e demenziali senza tener conto né dello schema base del cattivo martelliano ( perfido e sarcastico, deve accanirsi e tentare di distruggere in tutti i modi l’amata dell’Eroe prima dell’Eroe stesso), né di quello di un cattivo normale. Stane è un cattivo pallido, che non trasmette sete di potere né ammirazione nel ruolo di anti-eroe. È un malvagio spento, maldestro e senza concrete ambizioni sul mondo (la rivelazione del suo piano sul mondo è un po’ banale). Stessa sorte per Gwyneth Paltrow: perché rischiare la vita per uomo che l’ha piantata nel bel mezzo di una festa?
Inoltre la scelta del look, soprattutto il colore dei capelli, e la recitazione, ricordano troppo quella di Kirsten Dust in Spiderman 1 e 2.
La pellicola di Favreau però non si appiattisce totalmente, grazie a ottime scene d’azione e costumi (sarebbe meglio dire armature) ai confini della realtà. Incredibilmente somigliante all’armatura del primo Iron Man marvelliano, il “costume” indossato da Tony è montato, rimontato, sezionato, ripreso da mille inquadrature diverse, in modo tale da assumere un credibilissimo effetto di realtà.
Ben interpretato è anche il personaggio di Rhodey, che buttando l’occhio su una nuova creazione di Stark sospira “ Sarà per un’altra volta..”, forse a preludere un sequel del film più aderente al fumetto.
Iron Man è un film senz’altro originale grazie all’interpretazione intensissima di Robert Downey Jr, ma un solo attore e una colonna sonora indovinata (l’inizio un po’ tamarro del film con “Back in Black” non passa inosservato) sono solo l’inizio di un progetto che può senza ombra di dubbio migliorare.
 

02:06:2008

iron man
di Jon Favreau
Stati Uniti 2008, 126'
DUI: 01 maggio 2008
Azione