
Il fato messo in scena da Roger Michell ci stupisce quanto
una porta che cigola in un film horror, anzi, come una porta che cigola
fuori sincrono in una telenovela tanto è privo di interesse. La
vita di due uomini destinati a non incontrarsi mai per via del differente
ambiente sociale cui appartengono viene devastata dallo scontro dei due
sopra un'autostrada, risultato: la bestia feroce che alberga in loro si
risveglia portandoli a fare scelte che mai avrebbero ipotizzato. Gavin
Banek (Ben Affleck) è un avvocato e sta correndo in tribunale per
cercare di salvare la propria società, Doyle Gibson (Samuel L.
Jackson) è un agente assicurativo e sta correndo in tribunale per
salvare la propria famiglia, l'uno impedirà casualmente all'altro
di raggiungere lo scopo prefissato e, almeno da un certo punto del racconto,
ci si impegnerà anche. Le motivazioni personali sono forti, entrambi
attraversano un punto cruciale della vita al momento dell'incidente, ciò
fa sì che i due, dopo essersi fraintesi, si accaniscano nella distruzione
reciproca che impegna tutto il film, con colpi sempre più bassi
almeno fino alla scoperta di valori più alti della lotta senza
regole. Un momento, nessuno si immagini che questa scoperta avvenga piano
piano, con tocco leggero, attraverso piccole illuminazioni. No, Doyle
e Gavin incappano in una chiesa, di più, in un confessionale, poi
sostano davanti a un crocifisso lasciato come unico orpello in una casa
da affittare e gli spettatori navigano nelle infinite inquadrature ravvicinate
di anulari che portano con orgoglio una fede d'oro e, sostanzialmente,
nella riscoperta di quell'istituzione millenaria che è la famiglia.
Il fatto è che sia Gavin, fedifrago, che Doyle, ex alcolista, hanno
la coscienza sporca, hanno un gran bisogno di toccare il fondo per poi
ritrovare se stessi e risalire la china, più forti e migliori,
l'uno cambiando i giochi in casa e al lavoro, dimostrazione umana di quanto
il cinismo non abbia limiti nella nostra sporca società e l'altro
ricreando la stabilità che aveva distrutto. Insomma una sorpresa
dietro l'altra, un turbinio di attacchi alla morale comune, alla società
e all'individuo, tutte aspettative che un multisala con un buon film proiettato
in una sala differente da quella avrebbe potuto colmare. O un regista
che nel proprio carnet non abbia Notting Hill.

Voto: 18/30
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