Trascurabile film di Verdone, commedia acre dove il
sacerdote/missionario Don Carlo (Verdone) fa i conti con la realtà e ritorna
nella sua Roma a vedere se “stanno tutti bene”;
Non è il Verdone tempista capace di ritrarre l’Italia dei “mostri oggi”;
neppure però il Verdone irrisolto ma che si reinventa in fervori passeggeri;
Vien da chiedersi se senza Warner Bros e con altrimenti un budget risicato,
l’autore avrebbe avuto la stessa urgenza di raccontare questa storia
profonda solo nelle premesse;
è mancato il coraggio (per
abitudine?) di saltare il genere e la (cauta) commedia, questa volta, gli si
ritorce contro (il drammaticone avrebbe giovato alla gravità della
storia)(ma poi chi l’ha detto che in un drammaticone non puoi metterci una
battuta alla Verdone)(anzi mi auguro che prenda veramente in considerazione
un film fieramente tragico)(tanto lo sa anche lui come va il mondo)(e forse
una battuta alla Verdone in mezzo a tanta amarezza è più salutare di un film
lasco e farsesco)(è un invito).
è un Verdone stanco e
anabolizzato, che avvilisce lo spettatore di cinema con qualche
approssimazione di troppo e si rivolge al pubblico più intorpidito e
benevolo; cinematografia senile, da sceneggiato;
Gli steroidi sviliscono le altrimenti buone recitazioni della Bonaiuto /
Finocchiaro / Fiorentini / Giallini (e mettiamoci anche la Chiatti dai); La
Chiatti anzi, dovrebbe smetterla di fare la sessuona, forse il pubblico si
accorgerebbe che è anche una brava attrice;
Delude sentire risate obbligate nella platea selezionata dell’anteprima; ma
questo è un altro problema. Nell’impasto grumoso qualche sketch funziona.
è pur sempre Verdone.
A scanso di equivoci però, concludo come avevo cominciato: trascurabile.
06:01:2010
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