
A Dublino si intrecciano le storie di vari
personaggi. John (Murphy) scopre che la sua ragazza (MacDonald) ha una
relazione con un uomo sposato; per vendicarsi istiga il criminale da
strapazzo Lehiff (Farrell) ad organizzare una rapina ai danni dei due. Oscar
(Wilmot), miglior amico di John, è alla disperata ricerca di un amore; dopo
una breve e passionale relazione con una donna più grande, si innamorerà
dell’introversa Sally (Henderson), liberandola dalle inibizioni e dalla
disillusione nei confronti della vita.
John Crowley è un regista teatrale al suo esordio cinematografico, e si
vede: ottimo direttore di interpreti (tutti bravi, con un Farrel in versione
inusuale), non ha ancora trovato un suo stile da cineasta, e allora non gli
rimane che approfittare del trucchetto ormai abusato di muovere la cinepresa
come in preda al ballo di San Vito, una scelta che, ancora una volta,
annulla il preteso dinamismo in un calderone di momenti inevitabilmente
tutti simili (emblematica la contraddizione di mostrare immagini di un
documentario che non si distingue dal resto del film). Ma, non essendoci qui
le pretese astronomiche del cinema Dogma e suoi derivati, il
risultato non si presenta comunque molesto. Anche dal punto di vista
narrativo, Crowley tradisce un po’ di indecisione sperimentando varie
direzioni: quella comica, quella sentimentale, quella drammatica
nell’epilogo; la prima rimane la più riuscita ed ispirata, e spesso si ride,
sulla seconda si poteva puntare di più, la terza è fuori luogo ma per
fortuna smorzata alla radice dallo spirito beffardo tipicamente irlandese.
La sceneggiatura di Mark o’ Rowe, ad ogni modo, si snoda con disinvoltura
attraverso una decina di racconti e lega abilmente i destini di tanti
personaggi (anche se non mancano gli angoli bui).
Una pellicola che lascia tutto come prima ma nient’affatto da buttare, con
un paio di scene spassose (come quella di Farrell in apertura, misogina con
ironia) che rimangono nella memoria. L’aneddoto dell’uomo che “si libera”
sull’addome della donna legata al letto è preso pari pari da CRIMINI E
MISFATTI.
Voto: 23/30
24.06.2004
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