Dopo
La panchina e il tanto
applaudito L’eredità, Per Fly
ritorna sullo schermo con Gli
Innocenti l’ultimo capitolo della trilogia sulle contraddizioni della
società danese.
Se nel primo film protagonista era un uomo povero e sull’orlo del baratro e
nel secondo, invece, un rampollo di una ricca famiglia di industriale, con
quest’ultimo lavoro il regista termina il suo percorso descrivendoci una
famiglia borghese travolta dagli eventi.
Carsten (Jesper Christensen) è un affermato professore universitario in
scienze sociali che, sposato e padre di un figlio, decide di abbandonare
tutto per l’amante, Pil, (Beate Bille), una giovane attivista della sinistra
extraparlamentare che, in un’operazione sovversiva contro una fabbrica di
materiale bellico, uccide un poliziotto. Arrestata con due suoi complici, la
ragazza verrà rilasciata per mancanza di prove, ma, una volta fuori dal
carcere, la relazione tra i due andrà progressivamente e inevitabilmente
deteriorandosi.
Nell’obiettivo di Fly il desiderio di spostare i termini della delicata
questione politica sulle lotte armate da un campo teorico ad uno pratico, da
ciò che della lotta armata si può dire a ciò che la lotta armata veramente
è: insurrezione, pericolo e morte.
Ma nonostante affermi amaramente l’impossibilità di combattere anche per i
più giusti ideali senza pagarne il prezzo in vittime innocenti, il film
racconta una vicenda molto più intima e tutta umana che chiama in causa le
responsabilità personali di cui ogni individuo deve farsi carico nella vita.
Come lo ha definito il regista stesso,
Gli innocenti è un film
esistenzialista sulla menzogna, in amore, in amicizia, nei confronti della
società e della propria coscienza, è un film sulla sconfitta di un uomo che
illusosi di poter rivivere l’emozione e la passione di una passato ormai
remoto, perde il controllo della sua stessa vita. Jesper Christensen, attore
simbolo della trilogia di Fly, porta sullo schermo un eroe drammatico e
infelice, tutto nervi e tensione. Non c’è soluzione, non c’è salvezza per
lui, né la sua tardiva confessione cambia l’inevitabile scorrere degli
eventi.
La solitudine del volo di Carsten in paracadute che sigla l’inizio e la fine
del film, accompagnata da una colonna sonora di straordinaria intensità,
sottolinea questa impossibilità di catarsi: la storia compie il suo cerchio
e si richiude, senza rumore, su se stessa.
Voto: 26/30
05:04:2007 |