I ricordi infantili, i
traumi subiti nella tenera età, spesso obbligano gli adulti, forti,
affermati, controllati, a ricorrere alle cure di uno specialista. La
persecuzione determinata dalle allucinazioni, dagli incubi inspiegabili può
portare insospettabili uomini maturi e donne sicure a perdere il senno.
Questo è quello che, almeno apparentemente, accade alla protagonista del
film L’incubo di Johanna Mills
interpretata da una bruna Sarah Michelle Gellar, la quale si ritrova, ad un
certo punto della sua vita, a fare i conti con il ritorno di una serie di
sfocate rimembranze infantili che la perseguitano e la terrorizzano.
La ragazza, affermata rappresentante, comincia, perciò, ad indagare cercando
una spiegazione agli scherzi che la sua mente continua a farle e facendo
prendere alle indagini, almeno in un primo momento, una direzione che
sembrerebbe logica ma che, in realtà, nasconde qualcosa di molto più oscuro
e sovrannaturale.
Questi potevano essere gli ingredienti per un buon thriller ma, in realtà,
la pellicola del regista Asif Kapadia nonostante le buone premesse
costituite da una trama teoricamente accattivante, non decolla, lasciando lo
spettatore senza parole ma non per il terrore bensì per la delusione; i
colpi di scena sono spesso solo sfiorati, la narrazione è confusa, onirica e
nebulosa ma non al punto giusto; a questo si aggiunge una non brillante
interpretazione della protagonista, forse troppo legata alle espressioni ed
alla recitazione da telefilm.
Le vicende di Johanna, perciò, confondono chi guarda il film sino ad una
soluzione finale che, seppur non scontata, non soddisfa e non sorprende a
dovere.
21/01/2008 |