INCANTESIMO NAPOLETANO
di Paolo Genovese e Luca Miniero
con Marina Confalone e Gianni Ferreri 



Niente maghi o pozioni per questo INCANTESIMO NAPOLETANO di Paolo Genovese e Luca Miniero. Solo uno scherzo del destino per cui la piccola Assuntina un giorno pronuncia le sue prime parole in perfetto milanese, davanti alle facce sgomente di Patrizia (Marina Confalone) e Gianni (Gianni Ferreri), i suoi napoletanissimi genitori che tanto la amano. O meglio che tanto la amavano, prima che parlasse, perché l’affronto di avere una figlia milanese, soprattutto per Gianni, napoletano da generazioni, è troppo forte da superare. Ma Assunta cresce bene, è carina, educatissima, molto discreta, con una vocina sottile ed un accento milanese da quartieri alti. Insomma, una vera sciagura che potrebbe rovinare la reputazione di tutta la famiglia, tanto che la povera bambina viene costretta a restare dentro casa per anni, senza frequentare nessuno, tantomeno i parenti che mai e poi mai dovranno scoprire la verità. Niente Ragù né Pastiere, ma solo risotti e Panettoni e il sogno di poter un giorno visitare luoghi esotici e lontani come Como e Bergamo… E a nulla servono le lezioni di dizione o le succulente Impepate di Cozze che i poveri genitori, in preda alla disperazione, cercano di propinarle: Assunta di napoletano ha solo il nome, perché è una milanese a tutti gli effetti.
Paradosso dietro paradosso, questa commedia surreale si snoda ritmicamente nella Napoli meno ufficiale, quella dei vicoli, dei pescatori e della gente di strada. E nel tentativo di comunicare un messaggio importante, agisce di soppiatto con l’arma dell’ironia, stravolgendo tutti i valori ed esasperando fino al ridicolo ogni situazione. Merito anche degli attori che interpretano in modo credibile i loro ruoli, senza mai scadere nella macchietta o nella farsa, ma riuscendo ad equilibrare toni comici e drammatici con perfetto dosaggio. Verosimile o meno, la tragedia di questa famiglia è quella della storia di ognuno di noi davanti alla diversità degli altri, ma anche di se stessi. E allora ben venga un bel sorriso, sia che sappia di Babà che di Panettone.

Voto: 28/30

Francesca MANFRONI
31 - 01 - 02


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