
Oltre a 5 nomination all’Oscar (miglior film, miglior
sceneggiatura non originale, miglior attrice protagonista, miglior attore
protagonista, miglior attrice non protagonista) IN THE BEDROOM di Todd
Field vanta un Golden Globe a Sissy Spacek, come miglior attrice protagonista,
ed il premio speciale della giuria al Sundance Film Festival alla stessa
attrice e al suo cooprotagonista Tom Wilkinson. In effetti questa opera
prima di Todd Field - attore di molti film, tra cui RUBY IN PARADISO di
Victor Nunez e EYES WIDE SHUT di Stanley Kubrick – non solo ha una storia
bella e coinvolgente, ma è anche molto ben curato nelle immagini, nel
ritmo e nell’ambientazione.
Frank (Nick Stahl) è tornato a casa dal college per le vacanze:
passerà la sua estate con i genitori, in una cittadina della costa nel
Maine, dove Matt (Tom Wilkinson), il padre, è medico e la madre, Ruth
(Sissy Spacek), insegna musica corale. Qui incontra Natalie (Marisa Tomei),
una donna più grande di lui, separata e con due bambini. I due si innamorano
e i genitori di Frank - malgrado siano preoccupati per la relazione
del figlio con una donna matura e già madre di due figli - non si oppongono,
ma anzi cercano di accogliere Natalie e i suoi bambini con grande affetto.
I problemi però iniziano a diventare più seri quando l’ex marito di Natalie
decide di voler tornare con lei. Le cose, come sempre accade, finiranno
per degenerare senza che nessuno possa fare niente, e Matt e Ruth sperimenteranno
sulla loro pelle fino a dove la rabbia, i sensi di colpa e l’amore possono
spingere un essere umano.
La storia è tratta da un racconto breve di Andre Dubus - uno scrittore
del New England a cui Field a dedicato il film - e cerca di rappresentare
i paradossi della società media americana, dove tutto è ovattato e compresso
fino quando qualcosa non sconvolge l’apparente equilibrio: a quel punto
tutto può accadere, non ci sono più limiti. E IN THE BEDROOM è un film
di drammi che si mischiano a piccole cose, di devastazioni che si confondono
con micro-sentimenti, con sguardi, con gesti quotidiani. Il rischio di
cadere nel retorico era molto alto, ma anche grazie alla splendida interpretazione
di Sissy Spacek e Tom Wilkinson, Field è sempre riuscito a tenersi ad
un passo dalla banalità. E nelle sue immagini fatte di niente sta il trucco
della sofferenza, della suspense del non sapere cosa accadrà dopo e, nello
stesso tempo, del presagio di qualcosa di terribile. Ma il giusto e lo
sbagliato restano comunque indistinguibili e si confondono senza contrasti
come le azioni, grandiose ed inutili, dei protagonisti.
Voto:
27/30
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