Impotenti esistenziali

di Giuseppe Cirillo

con Antonella Ponziani, Giuseppe Cirillo

di Anna MANFREDINI

 

 

Una commedia atipica sulle ipocrisie dell’Italietta di oggi

Impotenti Esistenziali è la delirante visione del mondo secondo Giuseppe Cirillo.
Giuseppe Cirillo è un pazzo fanatico (in senso buono, tutti dovrebbero amare Giuseppe Cirillo; si tratta indiscutibilmente di un genio), laureato in psicologia e giurisprudenza, specializzato in sessuologia. Se si tagliasse il codino a treccina, sua principale arma di seduzione, potrebbe tranquillamente passare per il sosia di Piero Angela.
La sua opera prima, che probabilmente, per un madornale errore di questa società malata e corrotta, passerà alla storia anche come l’ultima, è un’imperdibile raccolta delle sue opinioni e credenze, un saggio su ciò che è capace di indignarlo, un pamphlet di proposte per migliorare la qualità delle nostre vite e liberarci dal male, il tutto suddiviso in cinque episodi legati assieme da un avvincente storia d’amore.
Giuseppe, magistralmente interpretato da Cirillo stesso, incontra Francesca (Antonella Ponziani) per la prima volta in un bar, complice un bicchiere d’acqua e un corteo femminista.
Due anni dopo, in un locale per scambisti (ma quanto può essere ipocrita e perversa la nostra società), la ritrova - ma sia ben chiaro che lui era lì solo per uno studio sociologico!.
Ovviamente è amore alla prima palpata.
Non si sa bene come, ma soprattutto per quale arcano motivo, si piazzano da qualche parte nella storia Alvaro Vitali, Angela Melillo, Tinto Brass e Sandra Milo. Ma non è importante il filone narrativo, sono importanti gli insegnamenti che si evincono da questo film.

Anche se definirlo film può risultare fuorviante e fuori luogo: sarebbe più corretto chiamarlo opera didascalica.
L’igiene personale, ad esempio, nella dottrina Cirillica è una costrizione impostaci dalla società per mezzo dell’educazione, un modo per ingabbiare i nostri bassi e animaleschi istinti: amarsi significa soprattutto condividere il puzzo di piedi ed ascelle. La Chiesa, come si comprende guardando alla provocatoria figura di Don Giovanni, interpretato da Don Backy, prete sporcaccione confuso dalle tentazioni terrene, ci allontana dal divino più che ricongiungerci ad esso. Tramite l’episodio dedicato alla pittoresca figura di Tinto Brass, il regista/Guida Spirituale sensibilizza all’uso del preservativo, salvavita che la società si ostina a ignorare e a non sponsorizzare a sufficienza (e qui non si può essere ironici, bisogna per forza assecondare questo eccentrico pazzo, che poi tanto pazzo non è).

Cirillo infine avanza una soluzione “simpatica e divertente” alla questione del razzismo: chiamarci con il nome di cibi, piuttosto che per colore della pelle. Ad esempio, quelli che oggi bifolcamente indichiamo con l’offensivo appellativo di “neri”, nell’Iperuranio Cirillico sono “cioccolata”. E in una sempre simpatica e divertente ammucchiata gli albicocca - per il momento tristemente conosciuti come bianchi - possono orgogliosamente dire: “Mi fai assaggiare la tua cioccolata? Gnam, buona”.
A raccontarlo a parole non si può veramente descrivere questa travolgente opera avanguardista. Si può solo dire che se fosse durata 45 minuti invece di 120 sarebbe stata l’imprescindibile Bibbia del Trash.
Sia lodato Giuseppe Cirillo, sempre sia lodato.

30 e lode per la surrealtà
Umanamente Inclassificabile
 

21:03:2008

Impotenti esistenziali
Regia Giuseppe Cirillo
Italia 2009, 120'
DUI: ---
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