IL PROFETA

di Jacques Audiard

con Tahar Rahim, Adel Bencherif

di TOBEB

 

27/30

 

Jacques Audiard ci racconta di Malik El Djebena, ragazzetto rabbioso in un mondo troppo difficile; e che per una bravata di troppo finisce in carcere;
è meno di un hooligan, una testa calda di 19 anni, carica di fervori adolescenziali e rancoroso per apartheid delle banlieue; impreparato alla vita e spaventato;
Temiamo anzi che questa esperienza dietro le sbarre possa volgere al peggio, che possa essere addirittura letale, ma poi, con crescente stupore, nel corso di quasi 2 ore e mezza ci rendiamo conto che stiamo assistendo all’ascesa al potere di un piccolo, (ma questa volta coscienzioso) Scarface.
Malik appartiene a quella seconda generazione di Arabi/Francesi, culturalmente un mezzo sangue e questo suo superpotere gli consente di gravitare con una disinvoltura altrimenti impossibile, tra il potente clan dei corsi e il crescente gruppo degli arabi.

L’istituto correttivo diventa per Malik un insostituibile stage alla delinquenza organizzata, al know-how degli affari sporchi, al gergo e al costume dei criminali;

Sulle prime il realismo della cinematografia evoca un angusto social-movie ma che presto (e meno male) volge a favore di un ben più interessante piccolo film epico.
Lo stesso titolo (ci ricorda l’autore) “…è un’allusione, costringe a capire qualcosa che non viene sviluppato nel film” e che devo dire è una delle cose che più affascina;
C’è anche una prima rivalsa degli arabi al cinema (di la dall’Oceano solo terroristi e vittime dell’islam intransigente); qui talentuosi eletti criminali;
Malik sa osservare, tacere, ha pazienza e non commette due volte lo stesso errore; impara segretamente lo strano italiano parlato dai corsi e attende silenzioso il suo momento;
 

08:03:2010

Un prophète
Regia Jacques Audiard

Francia 2009, 150'

DUI: 19 marzo 2010
BIM

Drammatico