Assodato che non ci stupiamo più per gli “effetti speciali”
(…che non vi venga in mente di dire ancora: “belli gli effetti speciali”,
qualunque sia il film…)(anche se accidenti… quel pelo di mammuth… ma come
fanno?) e che i “cartoni” al cinema non saranno più cartoni (leggi
rodovetri) almeno per un po’, questo
Ice Age 3 va giudicato nella filiera di film d’animazione digitale
(ora pure in 3D) che seguitano a uscire di questi tempi e che, quando
fortunati, fanno parecchio marketing di se stessi, non sempre con onore;
Il seguito di un film di successo se da un lato preme sul dovere morale
dello spettatore oramai invischiato negli episodi precedenti, dall’altro si
espone, per lo stesso motivo, a esser “under the gun”, costantemente
additato e vittima di paragoni fin troppo impietosi;
...Ma perché questa irrigidita premessa? ...questa volta non serve,
Ice Age 3 è indubbiamente
l’episodio meglio realizzato e appagante della serie (anche in versione 2d
voglio dire);
Il primo (ve lo ricordate?) era tanto “decadente”, c’era un mondo che
finiva, un altro che iniziava, protagonisti dall’identità smarrita,
atterriti dalla grande glaciazione e il tentativo di alleggerire tutto
questo con qualche gag (più e meno riuscita); poi c'era la morale moderna
della famiglia allargata e che l’unione fa la forza; e c'era il virale
dilagante di Scrat e la ghianda, hit di youtube… (e c’era pure l’azzardo di
competere con Dysney/Pixar, dura lotta…)
Ora ritroviamo lo strano branco di mammiferi assortiti&amici (amicizie
saldate dall’altrimenti inutile secondo episodio) abbastanza a loro agio;
solamente il bradipo Gonzo/Sid è sempre più frustrato e logorroico e innesca
suo malgrado una serie di avvenimenti decidendo di adottare tre uova
“abbandonate” (indovinate di cosa?)…
Sì perché ancora sopravvive una bolla di giurassico, protetta dalla dura e
ghiacciata crosta terrestre dove i dinosauri stanno un gran bene e dove i
nostri eroi dovranno calare dantescamente per recuperare
l’ostinato/sprovveduto Sid;
Tutto funziona, neanche un rimprovero, la storia fila e i personaggi sono
dannatamente riusciti - formidabile la new entry Buck, donnola mellvilliana
(nel senso di Herman).
Certamente superato lo scoglio del secondo e imperfetto episodio ora la
“serie” sembra prendere il mare aperto e per tante altre puntate;
Scrat in love con “You’ll Never Find Another Love Like Mine” imperdibile per
grandi e piccini.
30:08:2009
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