THE HISTORY BOYS

di Nicholas Hytner

Con Samuel Barnett, Frances de la Tour

di Marco AGUSTONI

Tratto da una commedia teatrale di Alan Bennett, autore anche della sceneggiatura, THE HISTORY BOYS narra di un gruppo di intelligenti studenti inglesi, i migliori del loro istituto, alle prese con la preparazione per gli esami d’accesso a Oxford e Cambridge (siamo negli anni Ottanta, come suggerisce in apertura Blue Monday dei New Order, ma in realtà poco importa). Il preside, in cerca di successi e di borse di studio, decide di affiancare ai loro ormai attempati professori un giovane brillante, uscito per l’appunto dall’Università di Oxford, affinché trasmetta loro la necessaria verve per fare colpo sulle commissioni d’esame. Fra le lezioni poco convenzionali del loro insegnante di Cultura Generale, il professor Hector, deciso ad infondere loro la conoscenza più che sterili nozioni scolastiche, ma allo stesso tempo troppo poco focalizzato per una rigorosa preparazione pre-esame, e quelle del nuovo arrivato, il professor Irwin, impegnato a mostrare la necessaria flessibilità per non essere solamente precisi, ma anche interessanti, i ragazzi si formano una visione sul mondo e sulla cultura e allo stesso tempo si gettano alla scoperta (ognuno a modo proprio) di sesso e sentimenti. Ma i due insegnanti, pur così diversi, remano in realtà nella stessa direzione, cercando di far riflettere i propri alunni più che ingozzarli di nozioni. È piuttosto il preside a rappresentare l’altra faccia del sistema scolastico, interessato com’è al risultato e all’eccellenza più che al percorso formativo stesso, intento a quantificare il rendimento degli insegnanti e degli alunni, convinto che la cultura sia qualcosa di monetizzabile (come esplicita nell’orazione funebre a fine pellicola).
Non è, però, solo la passione per l’insegnamento ad accomunare Hector ed Irwin, quanto anche l’attrazione per i propri studenti: il primo ha l’abitudine di allungare le mani (ma niente di più) sugli alunni; il secondo si ritrova a lottare per non cedere alle avances del bello e irriverente Dakin, sciupafemmine che però non sembra disdegnare esperienze di segno opposto.
La matrice teatrale della pellicola traspare chiara sia nei dialoghi brillanti (e spesso inconcludenti, anche se – sembrano insegnarci le lezioni di Hector – va bene così, purché si mettano in moto cuore e cervello), sia nel cast, composto da un “nucleo duro” di attori attorno ai quali le comparsate esterne si riducono al minimo essenziale. Proprio i dialoghi, alle volte apparentemente fini a se stessi, veicolano il messaggio del film: la necessità di un approccio non reverenziale alla conoscenza, di una cultura magari fluida, poco quantificabile, ma reale. Necessità di trovare un modello alternativo rispetto ad una scuola che insegna ai ragazzi a recitare di sapere le cose, più che a comprenderle. Nel contempo, si riflette sul ruolo dell’insegnante, costretto a sua volta a recitare per insegnare, e sulla reale consistenza di pietre miliari del sistema universitario, come lo sono Oxford e Cambridge, liquidate da una significativa frase del professor Hector a proposito dei tempi in cui tentò di entrare in uno di questi prestigiosi istituti: “Confondevo l’odore della cultura con quello della pietra fredda”.
 

Voto: 26/30

18:05:2007

 The history boys
Regia: Nicholas Hytner
USA 2006, 109'
DUI: 25 maggio 2007
Genere: Commedia