HIPNOS
di David Carreras
Con Cristina Brondo, Demian Bichir, Feodor Atkine

di Emilio RANZATO

 

Beatriz (Brondo), una giovane psichiatra, comincia a lavorare presso una prestigiosa casa di cura specializzata in ipnosi. Quando una bambina che era stata ricoverata dopo aver assistito all’omicidio della madre viene trovata morta, con le vene recise, Beatriz decide di indagare sui numerosi suicidi avvenuti all’interno della clinica. Sollecitata da un paziente che dice di essere un infiltrato della polizia (Bichir) e messa in guardia dall’autorevole ma ambiguo Dottor Sanchez (Atkine), Beatriz scoprirà che la soluzione del mistero la riguarda direttamente.
Confuso, velleitario, farraginoso: a dispetto della confezione inutilmente patinata, il film dello spagnolo Carreras (anche autore dell’adattamento da un racconto di Javier Azpeitia) finisce per assomigliare a certi omologhi nostrani degli anni settanta, laddove un paio di tette (in questo caso della graziosa ma spaesata Brondo, bisognosa di una doccia ogni cinque minuti) rivestivano la provvidenziale funzione di distrarre anche lo spettatore più attento da buchi abissali di sceneggiatura, suspence al grado zero, momenti di involontaria comicità. Ma se quei sottoprodotti del passato, soprattutto rivisti oggi, trasudano spesso un’aria malsana e morbosa dovuta in gran parte alla loro natura di manufatti esasperatamente artigianali, qui si respira invece un che di pretenzioso, un vuoto intellettualismo che irrita oltre ad annoiare presto. Personaggi appena abbozzati, interpretazioni poco convinte e intreccio fra il pretestuoso e l’assurdo fanno il resto.Il per molti versi analogo GOTHIKA, a confronto, era un capolavoro.

Da rimuovere.
 

Voto: 10/30

20:04:2005

di Paolo FAZZINI

 

Beatriz Vargas, una giovane psichiatra, accetta un impiego presso una prestigiosa casa di cura specializzata in ipnosi e situata in una zona sperduta, lontana da ogni centro abitato. È là che viene a conoscenza del caso di una bambina ricoverata dopo aver assistito al brutale omicidio della madre. Da allora ha smesso di parlare. Già al primo incontro Beatriz riesce ad ottenere da lei una risposta. Ma le speranze di poterla aiutare svaniscono di colpo: la bambina viene trovata morta in una vasca… le vene tagliate. Un enigmatico paziente, sofferente di una grave forma di amnesia, più profonda di quanto si possa immaginare, conduce Beatriz in un labirinto psicologico da cui è impossibile fuggire: “Beatriz, stai attenta… non si è trattato di suicidio”.
Realtà e fantasia cominciano a fondersi nella sempre più instabile mente della dottoressa. Pazienti che preannunciano alcune morti, indizi che portano a sospettati sempre diversi, visioni profetiche, corridoi circolari che nascondono segreti mortali…altri decessi.
Come è ormai consuetudine escono, da noi, pellicole che si portano dietro almeno due o tre anni di vita, ed è anche il caso di Hypnos. Diretto dallo spagnolo Carreras tra il 2002 e il 2003, il film raccoglie un consistente successo di pubblico in patria, cosa che gli assicura una distribuzione internazionale. Ma vedere un film di questo tipo circa tre anni dopo essere stato concepito, ha sicuramente delle conseguenze. Ad una messa in scena efficace e curata si oppone una sceneggiatura fin troppo prevedibile, da risultare paradossalmente lineare. Il meccanismo narrativo proposto da Hypnos poteva risultare efficace anni fa, quando il pubblico era sicuramente più ingenuo rispetto alle trovate di piazzamento della percezione e dei doppi finali. Certo, i lynchiani-doc (così come i fan di Cronenberg) da decenni sono ormai avvezzi alle personalità multiple, cangianti, destabilizzanti, ma un pubblico più vasto ha fatto la conoscenza di certe trovate dal Sesto senso, per esempio, soltanto per citare un titolo. Impossibile addentrarsi di più nella trama, appunto per non svelare il gioco che regge l’intera vicenda, ma è essenziale notare la cura con la quale il regista si è calato nell’universo allucinato dei personaggi. Le scenografie, impeccabili, ci riportano ad un certo gusto argentiano, essenziale, ma allo stesso tempo barocco, soprattutto per i movimenti della macchina da presa. Il nero, il bianco e il giallo sono i colori dominanti di architetture spigolose e lucenti, in mezzo alle quali sono ben visibili luci al neon difettose e tende rosse che però sembrano andare un po’ troppo oltre la semplice citazione al cinema di Lynch. Molto efficace, inoltre, anche il volto e l’interpretazione di Cristina Brondo, affermatasi a livello europeo con L’appartamento spagnolo, e che rivedremo come protagonista nel prossimo film di Dario Argento Ti piace Hitchcock?, recente vincitore al Festival del Fantastico di Bruxelles.
Il primo tempo, avvincente e spedito, calca le linee di un secco thriller, e si trasforma in una seconda parte allucinata e caotica, che dovrebbe accompagnare lo spettatore verso lo scioglimento del finale. I chiarimenti arrivano, ma stentiamo a crederli accompagnati dalla soddisfazione del pubblico.
 

Voto: 24/30

21:04:2005

HIPNOS

Regia: David Carreras
Anno: 2004
Nazione: Spagna

Data uscita in Italia: 06:05:2005
Genere: Thriller