A HISTORY OF VIOLENCE

di David Cronenberg
Con Viggo Mortesen, Maria Bello

di Marco AGUSTONI


Adattato dall’omonimo fumetto di John Wagner e Vincent Locke, HISTORY OF VIOLENCE narra di come Tom Stall (Viggo Mortensen) - tranquillo ed onesto abitante degli States rurali, nonché premuroso e fortunato padre di famiglia: un figlio adolescente, una bimba bionda di pochi anni, ma soprattutto una moglie, Edie (interpretata da Maria Bello), più sexy e affettuosa di quanto possa essere credibile - si ritrovi improvvisamente al centro dell’attenzione per aver sventato in maniera tanto eroica quanto truce una rapina nella sua tavola calda. L’interesse dei media per la vicenda porta la tranquilla esistenza di Tom alla portata di orecchie indiscrete, e questi si ritrova improvvisamente assediato da un malavitoso di Philadelphia (Ed Harris) che insiste nel chiamarlo Joey e sostiene di conoscerlo da molti anni.
Siamo in un paese in cui i fucili si tengono nel ripostiglio, e il concetto di “eccesso di legittima difesa” non è contemplato, e così Tom/Joey dovrà difendere sé e la propria famiglia a colpi di pistola, e nel frattempo cercare di evitare che il rapporto con la moglie e il figlio maggiore - angosciati dalla possibile esistenza di un lato oscuro, per quanto appartenente al passato, di questo pacifico capofamiglia - vada in pezzi.
HISTORY OF VIOLENCE è già stato da molti salutato come un capolavoro, una illuminata riflessione filosofica sul tema della violenza. Eppure, se di riflessione si tratta, l’ultima opera di Cronenberg non sembra arrivare da nessuna parte. Emerge tuttalpiù l’ineluttabilità della violenza stessa, ma più che ad una meditazione ponderata l’impressione è di trovarsi di fronte ad un’incursione semicasuale.
La trama, d’altra parte, è piuttosto scontata e lenta nel dispiegarsi, e lo studio psicologico dei personaggi non appare sempre approfondito; in alcuni casi, sfioriamo la vera e propria stereotipia (ad esempio con l’adolescente Jack e con il suo nemico bulletto).
Resta piuttosto interessante il modo in cui Cronenberg nel film tratta la violenza: si tratta di vere e proprie esplosioni inaspettate, di crudezza estrema, che si esauriscono nel giro di pochi istanti. Il regista non si sofferma su questi accessi truculenti se non alcuni secondi, tempo comunque sufficiente a far sì che una sgradevole sensazione di nausea permanga per tutto il film.
Il resto della pellicola, quasi a fare da contrappunto, si distende con un ritmo più lento e riflessivo, volto a definire le reazioni psicologiche dei personaggi, sebbene come detto non sempre con accuratezza. Il risultato è comunque quello di un aggiramento di una climaticità ascendente che dà vita ad un’originale struttura a picchi e distensioni.
Costituisce inoltre una positiva conferma l’interpretazione (giustamente) mai sopra le righe di Viggo Mortensen, cui si accosta degnamente un ben più navigato Ed Harris, mentre il resto del cast si mantiene tutto sommato nella media.
Avventurandosi nei territori del reale, Cronenberg ha con questo film l’opportunità di partorire un’opera ben più conturbante di qualunque altro suo viaggio fantastico; eppure, qualcosa non funziona, e HISTORY OF VIOLENCE risulta essere un film magari ben confezionato, ma nulla di più, a dispetto delle intenzioni speculative del regista.

Voto: 23/30

21/12/2005

A HISTORY OF VIOLENCE

Regia: David Cronenberg
Anno: 2005
Nazione: Stati Uniti d'America
Data uscita in Italia: 16:12:2005
Genere: Drammatico