
Alcuni giovani raggiungono un’isola sperduta
per partecipare ad una festa, ma trovano solo desolazione e morte; presto
braccati da un’orda di morti viventi, saranno costretti a barricarsi
all’interno di una casa nella quale scopriranno come tutto ha avuto inizio.
Sulla scia del successo dell’assai migliore RESIDENT EVIL, verso il quale ha
più di un debito, HOUSE OF THE DEAD è la versione cinematografica di un
altro celebre videogioco, e a chi eventualmente non l’avesse capito numerose
schermate del medesimo inserite a bella posta nel montaggio provvedono a
ricordarlo ogni cinque minuti (sic!). Anche se il film è opera del regista
tedesco Uwe Boll, si nota fin troppo il contributo alla sceneggiatura
dell’americano Dave Parker, autore alcuni anni addietro del nefasto THE DEAD
HATE THE LIVING!, omaggio dichiarato e goffo alla trilogia dei morti viventi
di Lucio Fulci: dopo tre quarti d’ora di assoluto vuoto, con inutili
chiacchiere a iosa e nudi gratuiti a profusione, arrivano finalmente gli
zombi, che, in omaggio alla moda inaugurata dalle creature di 28 GIORNI
DOPO, corrono come forsennati; peccato che in questo caso non suscitino la
benché minima inquietudine, se non altro perché c’è da sbellicarsi dalle
risate a vedere morti viventi che, oltre a scattare come centometristi,
nuotano come campioni olimpionici, lottano facendo roteare mazze e sfoggiano
acrobazie volanti degne di Bruce Lee. Fortunatamente, da qui in avanti, il
ritmo si impenna e la colonna sonora diventa piacevolmente martellante; ma
lo splatter, nonostante tutto, latita, i personaggi, fighetti e
antipatici, si muovono in uno scenario che sembra ricostruito a Gardaland, e
Jurgen Prochnow, ormai definitivamente sprofondato nella serie zeta,
accentua la sensazione di pochezza suscitata dall’insieme comparendo verso
la fine nel ruolo di un personaggio involontariamente caricaturale che ha la
propria unica ragione di esistere nel tentativo di dare una (puerile)
motivazione alla vicenda.
Quasi in contemporanea all’uscita (rigorosamente estiva) del film sugli
schermi italiani è per fortuna giunta la notizia che George Romero sarebbe
finalmente al lavoro, dopo anni di rinvii, su LAND OF THE DEAD, quarto
capitolo della propria monumentale opera dedicata ai morti viventi; fa
riflettere, però, il fatto che anziché dare subito un’opportunità
all’indiscusso maestro del genere, l’industria cinematografica d’oltreoceano
abbia piuttosto preferito produrre pellicole come questa e come il
dissacrante remake di DAWN OF THE DEAD.
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Voto: 14/30
09.08.2004 |