HOSTEL 2

di Eli Roth

Con Bijou Phillips, Roger Bart

di Luca MINIUSSI

In genere si dice squadra che vince non si cambia. E qui lo staff è rimasto lo stesso, persino Quentin Tarantino figura ancora come produttore esecutivo. Stesso paesino sperduto della Slovacchia. Stesso ostello. Anche i babykiller non mancano all’appello. Eppure è cambiata la tattica. Eli Roth è passato dallo splatter senza compromessi all’apologo grottesco. Come Sam Raimi con i primi due episodi de LA CASA - scusate se il paragone è indegno - si è passati dal cupo horror asfittico e senza speranza, alla farsa grandguignolesca farcita di momenti comici e di sarcastiche prese in giro del capitalismo. Direi che siamo passati dall’austerità in stile Tobe Hooper, all’horror a tema di Joe Dante, purtroppo girato con ammiccamenti da popcorn horror per teenager.
Funziona abbastanza bene l’inserimento della prospettiva dei carnefici. Vengono suggerite le motivazioni che inducono loro a salutare mogli e figli e recarsi fino al club che ha per simbolo un bracco. è molto divertente la sequenza dell’asta telefonica tra miliardari di tutto il mondo per aggiudicarsi la vittima più ambita, montata con tono sarcastico in split screen in puro stile anni ’70, come tanto piace a Tarantino, ma nello stesso tempo è il simbolo di un tono eccessivamente leggero, che non permette la crescita della suspance in attesa delle sanguinolente sequenze finali.
Inoltre, risulta sbagliato il meccanismo di identificazione con le giovani, e in parte ingenue, ragazze protagoniste, perché risultano talmente odiose che, sapendo già la fine che le aspetta, non si vede l’ora di togliersele di torno. Tanto per cominciare la Matarazzo, brava almeno negli altri film, è talmente ingenua e ridicola che sembra esserselo meritato. La bionda del gruppo è talmente disinibita che prima o poi le sarebbe capitato comunque qualcosa. Infine la protagonista brunetta, battuta all’asta al prezzo più alto dai membri dell’Elite Hunting, è così arrogante che genera subito antipatia, anche se si riscatta in parte per l’inatteso e “doloroso” prefinale.
Altro segnale di cattivo gusto per chi cerca un deciso tuffo nell’horror, ma una chicca da non perdere per chi cerca la follia alla John Waters, è il cameo di Ruggero Deodato (indimenticabile regista di CANNIBAL HOLOCAUST), novello Hannibal Lecter chirurgo, buongustaio e appassionato di musica classica. Da segnalare, ancora in puro stile revival anni ’70, il cameo di Edwige Fenech, insegnante d’arte nello sterile prologo romano.
 

Voto: 17/30

25:06:2007

 Hostel: Part II
Regia: Eli Roth
USA 2007, 93'
DUI: 22 giugno 2007
Genere: Horror, Grottesco