hermitage

di Carmelo Bene

con Carmelo Bene, Lydia Mancinelli

  di Gabriele FRANCIONI

 

30/lode

 

Uscita dal Campo Visivo Materno

Bene/Deleuze, vere star del festival

 

In preda alla grazia e all’abbandono, Bene agisce il suo odio per il cinema in questa prova-luci per NOSTRA SIGNORA DEI TURCHI. Muovendosi grottesco nel bagno di una suite d’albergo che anticipa il palazzo del film, porta alla scomparsa il suo corpo visibile spostandolo su specchi e vasche. Spezzettandosi, Bene-Giacobbe riesce a vincere la definitività dello spazio (di ogni rappresentazione). Non c’è documentazione, non esperiamo altro che lo smembramento di un corpo neroniano rapito da invocazioni (alla madre? all’amata? a se stesso?). Facendosi acqua –della vasca, del cesso- Bene esce da quello Spazio ed elude l’insopportata piattezza dello schermo. Sciolto in una goccia infinita di sudore, raccolto nella sua voce, scardina millimetricamente i meccanismi-cassaforte della costruzione cinematografica ed esce dal territorio del visibile, tornando ad essere Testo scritto, letto. Acquisisce, nei pochi minuti di quest’opera, il potere di scomparire. Libera, come sempre, Musica e Parola (la leggiadria rossiniana…), in vece di un “qui e ora” impossibile sulla pelle-pellicola bidimensionalizzata. Il cinema italiano a cavallo dell’odiato (da Bene) 1968, sperimentava, come sosteneva Deleuze, mentre l’altro cinema “trovava”. Giacobbe-personaggio le prova tutte allo scopo di regalarsi una storia, una traccia, un documento: finisce, però, lasciando in preda allo sciacquone una dichiarazione di fine dei sentimenti, scritta proprio su carta: “Cara mamma…Basta, la faccio finita con chi mi vuole bene!”. HERMITAGE è una delle cerimonie nitschane e nietzscheane più raccolte e concentrate di C.B.. In essa il Corpo pre-scioglimento dialoga in modo aereo con una figura femminile (poi sarà Lydia Mancinelli), madre di lui in quanto anche Nerone, anche Caligola. Madre che è Spazio. HERMITAGE è quindi la gabbia carnivora del grembo materno, la suite e il bagno sono utero e placenta. L’immagine vibra, fluttua e suggerisce, con i rossi e i bruciati arancioni, la presenza del sangue rituale, maternale. La nascita è in realtà l’uscita dal campo visivo materno. Bene scompare dalla vista e rientra, imperatore, nel Logos.

 

09:09:2011