
Famosi i romanzi e famoso diventa anche il film!
Arriva nelle sale HARRY POTTER E LA PIETRA FILOSOFALE, il film d'animazione
più atteso del 2001, tratto dal romanzo della scrittrice Joanne
K. Rowling, che ancor prima di uscire ha già riscosso grande successo
con la sua storia di magie, incantesimi, apprendisti stregoni... e tanti
gadget!
Harry (Daniel Radcliffe) è orfano di due genitori che hanno perso
la vita in uno scontro con uno spirito del male, mentre a lui lo ha miracolosamente
risparmiato, lasciandogli solo una piccola bruciatura sulla fronte a forma
di fulmine.
Una cicatrice divenuta leggenda che ha segnato la sua celebrità
nel mondo delle streghe.
I primi dieci anni della sua vita li trascorre a casa degli zii, dormendo
in un ripostiglio, subendo ogni sorta di umiliazione a causa del cugino
viziato, e credendo di aver perso i genitori in un incidente d'auto.
Quando un giorno, durante una visita allo zoo, la sua vita inizia a cambiare:
vetri che si smaterializzano, serpenti che parlano, e giorno dopo giorno,
gufi che portano la posta, una pioggia di lettere che si riversa nella
loro casa,… fino all'arrivo di Hagrid, il "custode delle chiavi e
dei luoghi", un gigante buono che gli consegna la convocazione a
Hoghwarts, la più importante scuola di Magia e Stregoneria al mondo,
il cui preside è Albus Silente (Richard Harris), il più
grande mago dell'era moderna.
Nel treno preso al binario 9 e ¾, Harry conosce due suoi compagni
di classe, Hermione (Emma Watson) e Ron (Rupert Grint): un manuale di
magia fatto bambina e un appassionato di caramelle e del gioco degli scacchi,
con i quali entra a far parte dei Grifondoro (una delle quattro case a
cui appartengono gli studenti della scuola) e con cui condivide l'ardua
avventura di ricerca della pietra Filosofale.
Grande curiosità puerile ed un destino segnato, quello di Harry
che sin dall'arrivo a Hoghwarts, percepisce la presenza di qualche forza
oscura, ed insieme, il bisogno di scoprire la verità e di sventare
il piano malefico di Voldemort: Colui-che-non-deve-essere-nominato, lo
spirito che uccise i suoi genitori. Nel portare avanti questo intento
incontra molti personaggi e figure appartenenti al fantasioso mondo delle
favole: gnomi banchieri, dalle orecchie a punta, un troll gigante ed inferocito,
le creature del bosco (sagittari, unicorni e lupi mannari), un cerbero
enorme, lo specchio delle brame, il mantello per essere invisibili,..
ed ovviamente bacchette magiche e scope volanti! Tutti rigorosamente nati
dalla fantasia della scrittrice Joanne K. Rowling.
L'ambientazione è "ad hoc" per legare tutti questi elementi
e personaggi fantastici: al di là di una stonatissima Londra iniziale
in cui Harry si reca per acquistare il materiale da portare nella scuola,
non si poteva fare scelta migliore del castello medievale per collocare
Hoghwarts, soprattutto per la resa estremamente credibile dei laboratori
polverosi, l'antica biblioteca e i sotterranei oscuri. Sensazione di inquietante
mistero quindi, nel castello come nel bosco nebbioso e denso di strane
presenze che si muovono o fluttuano in lontananza.
Non può essere che eccezionale la fotografia, che dondola fra momenti
di poca luce, come quelli sopradescritti, ed altri di grande intensità
luminosa e cromatica: in particolare nelle riprese di giorno, all'esterno
del castello, e quelle nel refettorio in cui gli studenti si riuniscono
per la cena. Qui il soffitto, in base alla circostanza, si orna di candele,
o di zucche illuminate o di bandiere sospese nel vuoto, o addirittura
diventa un cielo di stelle, mentre la tavola si imbandisce di prelibatezze
e i piatti si riempiono di delizie gastronomiche.
Fattore costante che guida la vicenda e coinvolge lo spettatore è
il maturo uso degli effetti speciali. Sobrio, in un contesto in cui si
sarebbe potuto abusare: notevole l'idea dei quadri che vivono (le persone
ritratte si muovono!), le scale che si spostano come e quando vogliono,
il gioco degli scacchi, sia da tavola che dalle dimensioni umane, che
si anima; ed ovviamente la verosimiglianza delle scope volanti con cui
si rincorrono i giovani attori nel gioco del Quidditch.
La macchina di Chris Columbus, il regista, forse si concentra troppo spesso
e banalmente sulle espressioni, caricate, dei protagonisti, il cui risultato
finale non è però così scontato. Egli riesce a stravolgere
il sottile filo che divide "il volto dalla maschera", la persona
dal personaggio. Grazie alla spettacolare narrazione visiva ottenuta con
gli eccezionali effetti speciali, Columbus sa raccontare ai bambini come
sotto ogni costume ci sia un cuore che batte, quello del tenebroso professor
Severus Piton (interpretato magistralmente da Alan Rickman) compreso;
quanto siano inutili i pregiudizi, che l'apparenza è solo una patina
sottile sotto la quale si nasconde la vera realtà, e che anche
la più difficile delle magie è possibile se sorretta dai
buoni sentimenti!
Un unico dubbio che mi ha lasciato questo film è se sia realmente
per bambini: a quanti adulti farebbero bene vederlo, per crescere e sognare
un po'?!
Voto: 28/30
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